superficie
superfìcie (meno com. superfice) s. f. [dal lat. superficies, comp. di super- e facies «faccia»] (pl. -ci, disus. -cie). – 1. Il contorno di un corpo come elemento di separazione della regione dello spazio occupata dal corpo da quella non occupata: la s. di un oggetto, di un frutto; la s. del corpo umano, di un organo; s. esterna e s. interna di un vaso, di un recipiente; oppure, con riferimento a determinati corpi, la faccia esterna, più o meno piana e a due dimensioni: la s. di una tavola, di una parete, di un vetro; sulla s. dell’acqua, del suolo; marmo a s. liscia, levigata; s. aspra, ruvida, scabrosa, ecc. 2. Con accezioni specifiche: a. Nelle tecnologie meccaniche, s. di lavorazione, quella dei pezzi appena usciti dalla fonderia, dalla fucinatura oppure dalle macchine utensili o dalla lavorazione a mano, che presenta in genere irregolarità (rugosità, scabrosità, ondulazioni, ecc.) tali da dover essere ulteriormente lavorata mediante operazioni di sbavatura, sabbiatura, spazzolatura, scrostatura, ecc., ovvero finita mediante operazioni di sgrossatura, rettifica, smerigliatura, lucidatura, ecc.; s. specifica, il rapporto tra l’area della superficie e la massa di un corpo; con riferimento alle ruote dentate, e in partic. al loro moto relativo, s. di troncatura, la superficie, coassiale con la ruota dentata, contenente la parte superiore dei denti; s. di fondo, la superficie, coassiale con la ruota dentata, tangente al fondo dei vani tra i denti; s. primitiva, la superficie, intermedia tra le precedenti, luogo dei punti della superficie di ciascun dente che, nell’imbocco, non subiscono scorrimenti relativi. b. In matematica, figura geometrica a due dimensioni che nasce per astrazione dalla nozione intuitiva di contorno di un corpo, avente le caratteristiche di una lamina pensata priva di spessore: s. piana, curva; s. limitata, illimitata; s. di una sfera, di un cono, di un cilindro, oppure, rispettivam., s. sferica, conica, cilindrica (nei due ultimi casi la superficie è limitata o illimitata a seconda che il cono e il cilindro siano finiti o indefiniti); s. di un poliedro; s. laterale, di un prisma o di una piramide, qualora non si tenga conto delle basi, s. totale, di un prisma o di una piramide, qualora se ne tenga conto. Con riferimento al modo in cui è ottenuta, si definisce s. di rotazione (o di rivoluzione o rotonda) la superficie generata da una linea nella rotazione attorno ad una retta (asse della s.): ogni punto della linea descrive una circonferenza che è detta parallelo della superficie rotonda, mentre ogni sezione della superficie con i piani passanti per l’asse è detta meridiano; s. di traslazione, quella generata dal moto rigido traslatorio di una linea, un punto prefissato della quale descrive una certa linea. In geometria analitica, figura rappresentata da una equazione in tre variabili del tipo z = f (x, y) oppure, più in generale, f(x, y, z) = 0; s. algebrica, se l’equazione è riducibile a un polinomio uguagliato a zero, s. trascendente in caso contrario; analogam., s. differenziabile, analitica, ecc., se la funzione f è differenziabile, analitica, ecc.; s. parametrica, in cui le coordinate dei punti dipendono dai valori assegnati a due parametri (mentre le coordinate dei punti di una curva dipendono da un solo parametro); s. razionale, superficie algebrica per la quale esista una corrispondenza razionale (con inversa razionale) con un piano: ne sono esempî le quadriche. Con riferimento ad altre proprietà: s. rigata, s. sviluppabile (v. i singoli agg.); s. minima, superficie di area minima fra tutte quelle che hanno assegnato contorno; s. luogo, intesa come insieme dei suoi punti: si contrappone a s. inviluppo che è invece intesa come insieme dei suoi piani tangenti; s. canale, superficie che si ottiene come inviluppo di una sfera il cui centro si sposta lungo una data curva: ne è esempio il toro; s. podaria o pedale, rispetto ad un punto P di una superficie assegnata, è il luogo dei piedi delle normali condotte da P ai piani tangenti alla superficie data (detta antipedale della podaria); s. unilatera, se ha una sola faccia o, più rigorosamente, superficie tale che alla sua normale orientata in un punto P si possa far assumere orientamento opposto facendo descrivere a P un opportuno cammino chiuso seguendo con continuità la variazione della normale, come nel caso del nastro di Möbius (v. nastro, n. 3 h): se, viceversa, per una qualunque circolazione del punto P, l’orientamento della normale non s’inverte, la superficie si dice bilatera, come per es. la superficie sferica (che, intuitivamente, ha appunto due facce, una esterna e una interna). c. In fisica, s. caratteristica, con riferimento a una relazione f(x, y, z)=0 che descrive gli stati di un sistema governato dai parametri x, y, z, è la superficie rappresentativa della relazione in questione; s. equipotenziale (o di livello), in un campo di forza derivante da un potenziale, luogo dei punti cui corrisponde lo stesso valore del potenziale (in partic., la locuz. s. di livello viene usata per indicare le superfici equipotenziali del campo della gravità); s. d’onda, a un certo istante, il luogo dei punti raggiunti a quest’istante dall’onda. Effetti di s., gli effetti caratteristici di superficie (per es., l’effetto fotoelettronico esterno) o dovuti alla presenza di superfici come in aerodinamica l’effetto s., definibile come l’aumento di portanza che si verifica nel volo in prossimità del suolo: negli aeroplani esso è provocato, in fase di atterraggio, dalla compressione dell’aria tra il suolo e la parte inferiore del velivolo; negli elicotteri dalla riflessione dell’aria spinta in basso dal rotore, spec. nel volo stazionario; tale effetto, che aumenta col diminuire della quota, è presente anche sull’acqua e viene sfruttato da particolari idrovolanti. Fenomeni di s., i fenomeni fisici che avvengono in corrispondenza della superficie di separazione tra due fasi (capillarità, adsorbimento, ecc.). d. In marina, s. di griglia, la somma totale delle aree di tutte le graticole dei forni delle caldaie di una nave a vapore; s. velica, la somma totale delle aree di tutte le vele di un veliero; scafo ad effetto superficie, riguardo a scafi di forme non tradizionali di unità navali mercantili e militari molto veloci, quello, per lo più a catamarano, che, sospinto da idrogetti azionati generalm. da potenti turbine a gas, è in grado di sostenersi quasi fuori dalla superficie dell’acqua grazie alla portanza originata da sistemi soffianti verticali (l’aria in pressione è mantenuta sotto lo scafo da dispositivi flessibili che chiudono le zone di prua e di poppa) realizzando così una notevole riduzione della resistenza al moto e quindi una elevata velocità di esercizio (più di 50 nodi con mare calmo e 35 nodi con mare agitato). e. In aeronautica, s. alare, area della pianta di un’ala; s. portante, superficie cui viene riferita la portanza di un velivolo; s. di comando, la superficie degli alettoni, dell’equilibratore e del timone di direzione; s. di compensazione, superficie opportunamente disposta per ridurre i momenti di cerniera delle superfici di comando e quindi gli sforzi per la manovra dei comandi stessi da parte del pilota. f. Nelle scienze della terra, con riferimento al globo terrestre o a una sua parte, s. della Terra o s. terrestre, la superficie fisica della Terra nella sua totalità, cioè comprendendo sia la parte solida (continenti, isole), sia la parte liquida (mari, oceani, laghi): le più recenti valutazioni attribuiscono alla superficie terrestre il valore di 510.100.933 km2; con riferimento alla distribuzione e al movimento delle acque sotterranee, s. freatica, il limite superiore di una falda acquifera, ossia zona sotterranea in cui gli spazî vuoti tra i sedimenti e le rocce sono completamente pieni d’acqua (ne deriva che per fornire acqua un pozzo deve penetrare in profondità al di là di tale superficie). g. In agraria, con riguardo allo sfruttamento del suolo: s. coltivata, incolta; s. territoriale, la superficie totale di un territorio comprendente sia la s. improduttiva, cioè quella incoltivabile per sua natura oppure occupata da costruzioni, sia la s. produttiva, costituita dal complesso delle aree lavorabili e dei pascoli permanenti (s. agraria) e altresì dal territorio occupato dalle foreste (s. forestale). Sempre con riguardo al suolo, diritto di s., nel linguaggio giur., il diritto di costruire su suolo altrui o di acquistare la proprietà di una costruzione esistente, senza però acquisire la proprietà del suolo su cui sorge la costruzione (la proprietà così costituita è detta proprietà superficiaria): come ogni altro diritto reale, esso si estingue per rinuncia, per decorrenza del termine, per prescrizione (se la costruzione non è stata eseguita entro i 20 anni dalla costituzione del diritto) e, soprattutto, per consolidazione, quando proprietà superficiaria e proprietà del suolo si unificano nella stessa persona. Analogam., la s. del mare, di un lago (e con varie specificazioni: la s. calma, tranquilla, agitata del mare; la s. azzurra del lago, ecc.); in diretta contrapp. alla profondità: unità di s., naviglio di s., le navi che navigano «in superficie», contrapposte a sommergibili o sottomarini. 3. a. Parte esterna di un oggetto o di un corpo, intesa non come una estensione a due dimensioni, ma materializzata come uno strato di un certo spessore: coperchio protetto da una s. di smalto; il taglio, l’incisione ha intaccato appena la s.; la raschiatura non va oltre la s.; ferita in s., superficiale, non profonda. In geologia, s. strutturale, parte superficiale di una formazione geologica, non modificata da azioni di erosione, abrasione, ecc.; per es., una regione a pieghe non erose. In elettrotecnica, effetto di s., lo stesso che effetto pellicolare. b. Chimica delle s., settore della chimica che studia i comportamenti chimici determinati dallo stato di insaturazione tipico degli atomi (o ioni) presenti sulla superficie dei solidi; svolge un ruolo importante nella comprensione dei fenomeni associati alla catalisi eterogenea, alla corrosione, alla elettrochimica degli elettrodi e ad altri processi di superficie. 4. fig. Apparenza, esteriorità: fermarsi alla s., penetrare oltre la s. delle cose; nei suoi giudizî, resta sempre alla s., non è capace di approfondire.