suonare
(ant. o region. sonare) v. intr. e tr. [lat. sŏnare, der. di sŏnus «suono»] (io suòno, ecc.; fuori d’accento, sono in uso sia le forme con -o- sia quelle con -uo-, che sono ormai le più comuni). – 1. intr. (aus. avere) a. Produrre, mandare, emettere un suono, dei suoni con riferimento soprattutto a strumenti musicali, a campane, campanelli e altri dispositivi acustici: le trombe suonarono tutte insieme; senti come suona questo violino!; è un pianoforte che suona meravigliosamente; all’inizio dell’Adagio suonano soltanto i violoncelli; la trombetta che gli avevo regalato non suonava più; questo tasto (del pianoforte, dell’armonium) non suona; appena uscita la processione, le campane cominciarono a suonare (per metonimia, suona il duomo, ha già suonato San Francesco, alludendo alla campana o alle campane di queste chiese); specificando, delle campane: s. a stormo, a distesa, a martello, a doppio; s. a festa, a gloria, a morto; s. a messa, a predica, a vespro (e in riferimento al passato, s. a fuoco, s. a parlamento, ecc.); mi sembra che abbia suonato il campanello dell’uscio (anche assol., riferendosi al campanello: ho sentito suonare, vado a vedere chi è); appena suonò la sveglia, saltò giù dal letto; sta suonando l’allarme nell’appartamento di sopra. b. Riferito a oggetti varî, dare, avere un determinato suono: senti come suona male questa moneta, sembra falsa; in partic., di recipienti vuoti o di superfici dietro alle quali ci sia un vuoto: fece suonare l’orcio, battendolo con le nocche; se batti qui, sentirai che la parete suona; Col pugno li percosse l’epa croia [la pancia dura]: Quella sonò come fosse un tamburo (Dante). Talora con uso trans.: quando ei comperano uno vaso di terra o di vetro, lo suonano prima, per vedere se è buono (Machiavelli), lo battono con le nocche per giudicare, dal suono che rende, se è incrinato. c. letter. Risuonare, della voce o del canto: le sue parole mi suonano ancora nell’orecchio; «Amor che ne la mente mi ragiona» Cominciò elli allor sì dolcemente, Che la dolcezza ancor dentro mi suona (Dante); ove sei, che più non odo La tua voce sonar ...? (Leopardi); con usi estens.: Del bel paese là dove ’l sì suona (Dante), dove risuona, dove si sente parlare la lingua del sì, cioè la lingua italiana; sembragli udir da tutti i labbri Sonar le glorie sue (Parini), che le sue glorie siano esaltate dalle labbra di tutti; di nome o fama, avere diffusione, essere noto: è un nome, il suo, che suonerà glorioso nei secoli; Dirvi ch’i’ sia, sarìa parlare indarno Ché ’l nome mio ancora molto non suona (Dante). Con altra costruzione, di luogo nel quale risuonano e si diffondono voci, suoni, rumori (che sono indicati con la prep. di o a): Di fischi e bussi tutto il bosco suona (Poliziano); d’antichi fatti Certo udisti suonar dell’Ellesponto I liti (Foscolo); Suonò d’evviva la piazza vicina (Giusti); Sonavan le quiete Stanze, e le vie dintorno Al tuo perpetuo canto (Leopardi). Nel linguaggio poet., sul modello latino, con uso trans.: Pur «Iulio Iulio» suona il gran diserto (Poliziano); Suonano i liti un lamentar di lira (Foscolo), i lidi riecheggiano il lamentoso suono di una lira. d. Di espressioni linguistiche, avere una risonanza, un’armonia fonica o tonale, o anche logica e di corrispondenza semantica: una parola, una sigla, un titolo, un nome che suona bene; un periodo che suona male; senti come suona questa frase!, com’è sonora; Sdegno il verso che suona e che non crea (Foscolo). E con riguardo all’impressione soggettiva prodotta in chi ascolta: sono parole che suonano male in bocca sua; in quel momento, la sua osservazione mi suonò stonata. 2. tr. a. Con soggetto di persona, eccitare il suono di uno strumento musicale o di un dispositivo acustico, farlo suonare: s. il piano, la tromba, il tamburo, la chitarra, o le campane, il campanello, e, per estens. ma non com., s. un disco, un compact disc, un nastro, una musicassetta. Riferito a strumenti musicali, può indicare solamente l’atto (sottintendendo la conoscenza della tecnica e dell’arte), di solito continuato per un certo tempo: stava suonando il mandolino; suonano spesso insieme a quattro mani; oppure la capacità, l’abitudine: imparare a s. il violino; sa s. l’arpa molto bene; suoni qualche strumento?; con compl. sottinteso: suona bene, male, non sa proprio s.; suona a orecchio; suona con virtuosismo, con perfetta tecnica, con grande sentimento; s. in quartetto, in orchestra, farne parte suonando uno strumento; hai mai suonato in pubblico?; e assol.: si divertono a s. e cantare; l’orchestrina aveva suonato quasi ininterrottamente per tutta la serata. b. Eseguire con uno o più strumenti (in questo sign., si ha come compl. oggetto l’indicazione generica o il titolo della composizione musicale): s. un pezzo di musica classica; s. una marcia, una canzone; l’orchestra suonava una sinfonia; l’orchestrina suonò un tango; s. un notturno di Chopin; s. il Concerto in re maggiore di Beethoven; ti suonerò la «Follia» di Corelli; per metonimia: s. Bach, Paganini (cioè musica di Bach, di Paganini); spesso per indicare non l’atto ma la capacità o la consuetudine: suona già con scioltezza Brahms; nei suoi concerti suona per lo più Mozart e Debussy. Come intr., con valore passivo: in quel momento suonava l’inno di Mameli, era cioè suonato, eseguito. c. Riferito allo strumento stesso, o a un complesso musicale, come soggetto, eseguire una musica: l’organo suonava l’«Ave Maria» di Schubert. In partic., di campane, campanelli, trombe militari, dare un segnale, annunciare e sim.: la campana suonava l’Angelus, l’Avemaria (ma anche con soggetto di persona: il campanaro è andato a s. l’Angelus); la campana, o il campanello, suonò la fine delle lezioni; s. l’adunata, la sveglia, la ritirata, il silenzio, e, con uso assol., s. a raccolta; dell’orologio che col suono dà l’ora: è un orologio che suona le ore, le mezze e i quarti; l’orologio del municipio, o della torre, del campanile, suonò le dieci (più semplicem.: il municipio suonò le dieci). Con tutti questi sign. e usi è com. anche l’intr. (aus. essere), cui fa da soggetto ciò che viene segnalato o annunciato: l’Angelus suona a mezzogiorno; è già suonata la ritirata; sta suonando il silenzio; le tre stanno suonando in questo momento; è già suonato mezzogiorno? (di qui, l’uso estens. del part. pass.: sono le sei suonate, passate ormai da qualche minuto, anche se nessun orologio ne ha dato il segnale); in senso fig., in frasi di tono solenne, suona l’ora, è suonata l’ora, giunge o è giunto il momento: quando suonerà l’ora della riscossa saremo pronti; suonerà anche per lui l’ora! (della morte, della resa dei conti, ecc.); e assol.: la tua (ultima) ora è suonata! 3. fig. a. tr. Dare colpi o percosse con molta forza: gli suonò due buoni schiaffi; gli ha suonato certi scapaccioni!; anche con compl. indeterminato: ogni tanto, gliele suona di santa ragione; se torno tardi, me le suonano (Pavese). Con compl. di persona, ha tono per lo più scherz.: lo suonarono a dovere; bada che ti suono!; alzato il bastone lo incominciò a sonare (Boccaccio). In senso fig., con compl. indeterminato, suonarla a uno (o anche suonare uno), raggirarlo, giocargli un brutto tiro; nel passivo, essere o rimanere suonato, imbrogliato, oppure sconfitto, scornato, danneggiato e sim.; cfr. anche il detto prov. fare come i pifferi di montagna, che andarono per suonare e furono suonati. Con altro senso, nel plur. (fam.), dire chiaramente, apertamente e con forza, in frasi quali, per es.: gliele suonerò chiare, a quel farabutto! b. tr. o intr., letter. Significare, esprimere, voler dire: forse sua sentenza è d’altra guisa Che la voce non suona (Dante); non credette ... lei sì fortemente disposta a quello che le parole sue sonavano (Boccaccio), esprimevano; il quale nome [di Visigoti] non altrimenti nella loro lingua suona, che nella nostra Goti occidentali (Machiavelli); il diritto di contrarre nozze giuste, che tanto propiamente suona «connubium» (Vico); analogamente: le sue parole suonavano (esprimevano) condanna, biasimo, irrisione, scherno; una frase che suonava minaccia; discorso che suona lode, che ha il tono e il valore di una lode. Per estens., dire: Lo mondo è ben così tutto diserto D’ogne virtute, come tu mi sone (Dante). ◆ Part. pres. sonante, anche come agg. (v. sonante). ◆ Part. pass. suonato, anche come agg., riferito spec. a ore e ad anni di età: sono le otto suonate, è mezzanotte suonata, già passate (v. sopra, al n. 2 c); ha sessant’anni suonati, già compiuti e anche passati; e nelle espressioni fig., fam. e scherz., avere l’aria suonata, un po’ suonata, intontita, stordita; è suonato, un po’ suonato, istupidito, rintontito, privo delle normali capacità mentali: stanotte non ho dormito, e ora mi sento tutto suonato; ha quasi novant’anni, ed è un po’ suonata; un pugile che, per aver incassato tanti pugni nella sua carriera, è rimasto suonato.