sugo
s. m. [lat. sūcus; v. succo] (pl. -ghi). – 1. a. Il liquido contenuto nella polpa di frutti o altri elementi vegetali acquosi (sinon. più com., ma con usi più limitati o più specifici, di succo): sugo di limone, di arancia, di pompelmo; una qualità di pere ricche di sugo; s. di canna, liquido zuccherino ricavato dalla spremitura, in presenza di acqua, della canna da zucchero; s. zuccherino, soluzione acquosa di saccarosio ricavata dalla lavorazione delle barbabietole. Per estens., il liquido organico contenuto nei tagli di carne cruda o cotta: il filetto è ricco di sugo; l’arrosto, perché non perda il sugo, va cotto a fuoco molto vivo; condire la pasta col sugo di carne. b. L’umore saporito che si ottiene in vivande, soprattutto di carne, cotte in olio o burro, con sale e aromi e anche con altri ingredienti: tirare il s., portarlo lentamente a giusta cottura; il s. dello stufato, dello stracotto; vorrei dello spezzatino, o delle seppie in umido, con molto s.; servire l’arrosto in piatti riscaldati perché il s. non si raggeli. Come preparazione gastronomica, il condimento preparato con diversi ingredienti, che si presenta come una salsa omogenea, usato per condire pasta o riso asciutti: s. di carne, s. di pomodoro; spaghetti al burro e s.; riso, taglierini con sugo di funghi (in queste accezioni non può alternarsi con succo). c. tosc. Letame, concime, spec. se un po’ liquido: dare il s., concimare (cfr. sugaia). d. Al plur., sughi, nome dato in Emilia a una particolare vivanda fatta di mosto e farina bianca, concentrata per ebollizione fino ad assumere una consistenza cremosa. 2. fig. a. Il senso, l’idea fondamentale, l’essenza quale può ricavarsi, quasi spremersi, da un più lungo discorso o da un racconto (cfr. un uso analogo di suco in Dante: S’io avessi le rime aspre e chiocce, ... Io premerei di mio concetto il suco Più pienamente): «Bene», disse Federigo, letto che ebbe, e ricavato il s. del senso da’ fiori di don Ferrante (Manzoni); dimmi in poche parole il s. del discorso. b. Senso intimo e valido racchiuso nelle parole di un discorso, o anche la validità effettiva che parole, e per estens. proposte o azioni, possono avere in relazione alla possibilità di ottenere determinati risultati (in questo sign., meno com. di succo): se parlo di cose che hanno poco s., il peccato non è mio, ma delle contrade nelle quali fo dimora (G. Gozzi); fa sempre con voce dimessa i suoi interventi, ma il s. c’è in quello che dice; non c’è nessun s. in ciò che tu proponi; non c’è s. a fare affari con lui, non si conclude nulla. c. Soddisfazione, gusto, piacere che si trae da ciò che si fa o dice, o che da altri è detto o fatto; per lo più in frasi negative: che sugo ci trovi in questi stupidi scherzi?; che s. ci avete trovato a darmi ad intendere la storiella del Pesce-cane? (Collodi); che s. c’è a stancarsi gli occhi per leggere queste baggianate?; molto frequente la locuz. agg. o avv. senza sugo, riferita a discorsi, scritti, fatti e situazioni da cui non si ricava nulla: una commedia, una satira senza s.; gran discorsoni ma senza nessun s.; la sera, per non sentire quelle chiacchiere senza s., si metteva sull’uscio colle spalle al muro (Verga); fam., una barzelletta, una storiella, e anche, con riferimento a persone, un uomo, una donna, un ragazzo, una ragazza senza s., insipidi, insignificanti. 3. fig., scherz. Sugo di bosco, legnate (v. bosco, n. 2); sugo (ma più com. olio) di gomito, fatica o lavoro delle braccia. ◆ Dim. sughino, sughétto, spec. di condimento casalingo, preparato alla buona ma saporito.