suddito
sùddito agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. subdĭtus, part. pass. di subdĕre «sottomettere, assoggettare», comp. di sub- e dare «dare»]. – 1. agg., letter. Sottoposto a un’autorità sovrana: la regina Cui questo regno è s. e devoto (Dante). 2. sost. a. Ogni soggetto che si trova in condizione di dipendenza dalla sovranità dello stato; in partic., e in antitesi a cittadino, il soggetto che dipende dalla sovranità dello stato senza esserne membro: i s. coloniali; gli apolidi sono s. dello stato che li ospita. Nell’uso corrente indica anche chi è subordinato a uno stato organizzato in monarchia assoluta, oppure il cittadino considerato non in rapporto allo stato ma al monarca: la salda rocca de’ regnanti è l’amore de’ sudditi (Vico); si diceva un tempo che il re comanda e i s. devono obbedire; un fedele s. di Sua Maestà, formula spesso usata (anche al plur.) nelle monarchie del passato. Con senso più generico, letter., chi è in stato di soggezione e di subordinazione rispetto a chi comanda: dico a te cittadino, che reggi la città: non usare la tirannia al tuo s., ma fa’ che tu il tenga con amore, e lui ti servirà con amore (s. Bernardino). b. In passato, nome con cui venivano indicati in alcune zone del Piemonte e della Lombardia gli operai agricoli salariati fissi.