stupido
stùpido agg. [dal lat. stupĭdus, der. di stupēre «stupire»]. – 1. letter. a. Preso da stupore, attonito, sbalordito; che è in una condizione d’incapacità o insensibilità indotta da meraviglia, sorpresa, o da altre cause fisiche o morali: Non altrimenti stupido si turba Lo montanaro, e rimirando ammuta, Quando rozzo e salvatico s’inurba (Dante); sopportiamo non rassegnati ma s., il colmo di ciò che da principio avevamo chiamato insopportabile (Manzoni). b. Torpido, ottuso, o che induce uno stato di torpore, di ottundimento dei sensi o dell’intelletto: Non più serti di rose ... Ma s. papavero, grondante Di crassa onda letea (Parini); succedeva al sopore s. la quiete naturale del sonno (D’Annunzio). 2. Nell’uso com., che ha, o mostra, scarsissima intelligenza, lentezza e fatica nell’apprendere, ottusità di mente, usato spesso come insulto: ma che hai combinato, sei proprio uno stupido!; con uso sostantivato: comportarsi da stupido, da stupida; smettila di fare lo s.; due stupidi sono due stupidi. Diecimila stupidi sono una forza storica (Leo Longanesi); anche riferito a cose: un discorso s., una risposta s.; una risoluzione s. e crudele; con valore neutro: è assai s. pretendere di aver sempre ragione. Con uso iperb., in tono di leggero rimprovero o di rammarico e con sign. attenuato equivalente a «sciocco, ingenuo» e sim.: sono stata s. a credere alle sue promesse; sei stato uno s. a non accettare. ◆ Dim. stupidèllo, stupidétto, stupidino; accr. stupidóne; pegg. stupidàccio (tutti con le corrispondenti forme femminili). ◆ Avv. stupidaménte, da stupido, in modo che rivela stupidità: sono uscita da casa lasciando stupidamente acceso il gas; spesso in tono di rimprovero o di rammarico: mi ha ingannata con le sue chiacchiere e io, stupidamente, ci sono cascata; letter. o ant., in modo che denota stupore e sbalordimento: traendo i tremanti ginocchi Stupidamente per la muta stanza (Leopardi).