stupefare
v. tr. [dal lat. stupefacĕre, comp. del tema di stupēre «stupire» e facĕre «fare»] (coniug. come fare). – Far stupire, riempire di stupore, di attonita meraviglia: prima i circustanti turbò con paura e appresso li stupefece con maraviglia (Boccaccio); è d’uso letter. e poco com. nei tempi semplici, più com. nel part. pass. e nei tempi composti: la disinvoltura con cui parlava mi ha stupefatto. Nell’intr. pron. stupefarsi, letter. o raro, stupirsi, essere preso da stupore: i barbari, ... Veggendo Roma e l’ardüa sua opra, Stupefaciensi (Dante); e senza la particella pron.: Qual chi dorme e non dorme e in sogno orrendo Volteggia col pensier stupefacendo (Giusti). ◆ Part. pres. stupefacènte, anche con sign. proprio, come agg. e s. m. (v. la voce); azione, effetto stupefacente, quelli delle sostanze stupefacenti. ◆ Part. pass. stupefatto, frequente come agg., pieno di (o preso da) stupore: la sua abilità, o la sua faccia tosta, lasciò tutti stupefatti; Riman ciascuno a quel parlar, a quella Orribil faccia, muto e stupefatto (T. Tasso).