stufare
v. tr. [forse lat. *extufare, der. (col pref. ex-) del gr. τύϕω «affumicare, bruciare lentamente»]. – 1. a. Trattare un prodotto con il calore in stufe o recipienti speciali (v. stufatura): s. i bachi da seta, in bachicoltura; s. le forme di formaggio, nell’industria casearia. b. Cuocere a lungo e a fuoco lento, in modo da ottenere la vivanda detta stufato: s. uno stinco di vitello, un pezzo di manzo. 2. In senso fig., spec. nell’uso fam., stancare generando senso di sazietà, o di noia e fastidio (con passaggio semantico analogo a quello di seccare): il pesce non mi va più, mi ha stufato; anche il cibo più buono alla fine stufa; mi ha stufato con le sue continue lamentele. Nell’intr. pron., stufarsi di, diventare sazio, o anche stanco e annoiato, non riuscire più a sopportare: mi sono stufato di mangiare sempre le stesse cose; si è stufata del marito e l’ha lasciato; anche assol.: me ne vado da questa bolgia, mi sono stufato. ◆ Part. pass. stufato, con uso verbale e di agg.: manzo stufato; per l’uso come sost., v. la voce.