studio
stùdio s. m. [dal lat. studium, der. di studere «aspirare a qualche cosa, applicarsi attivamente»]. – 1. a. L’azione, il fatto di studiare; applicazione volta all’apprendimento di quanto è stato sperimentato da altri in un ramo dello scibile, in un’arte, in un’attività pratica, allo scopo di fare proprie tali esperienze, ed eventualmente superarle, proponendo soluzioni nuove nel campo teorico o pratico: lo s. della matematica, della filosofia, della musica, del canto; dedicarsi allo s. delle lingue; uno s. lungo, assiduo, faticoso; è questo il suo s. prediletto; s’egli v’era più a grado lo s. delle leggi che la moglie, voi non dovavate pigliarla (Boccaccio); con riferimento all’apprendimento in corsi scolastici: è un ragazzo un po’ svogliato nello s.; con un po’ più di studio, vedrai che riuscirai a superare l’esame; in aggiunta alla scuola, deve dedicare allo s. almeno tre ore al giorno. In partic., diritto allo s., il diritto all’istruzione di base di tutti i cittadini, e il diritto dei più dotati, anche se privi dei mezzi economici necessarî, di seguire gli studî superiori grazie a borse di studio, assegni alla famiglia e altre provvidenze pubbliche da attribuire, a norma della Costituzione, mediante concorso; borsa di studio, v. borsa1, n. 2. Nel plur., per indicare un’attività didattica organica e regolare: s. primarî, medî, superiori o universitarî, di perfezionamento o di specializzazione; fare un corso regolare di studî; iniziare, abbandonare, ultimare gli s.; al termine degli s. ha trovato subito un buon impiego; provveditore, provveditorato agli s., in passato, nell’amministrazione scolastica, il dirigente e l’ente responsabili dell’istruzione primaria e media in ogni provincia (le funzioni dei provveditorati sono state assunte dagli Uffici scolastici provinciali); o per indicare un settore di ricerca, e l’attività di uno o più studiosi in un dato settore: s. scientifici, umanistici, tecnici; uno scienziato, un gruppo di ricercatori che si sta perfezionando negli s. di biofisica; centro studî, istituzione in cui sono accentrati studî e ricerche di un particolare settore teorico o pratico. Al sing., ma con valore collettivo, nella locuz. uomo di studio, studioso interamente dedito a coltivare studî umanistici, scientifici, ecc., di carattere per lo più astratto o teorico e senza fini professionali. b. Nel linguaggio amministr., riferito a leggi, provvedimenti e disposizioni, essere allo s., o, precisando, essere allo s. di ..., essere all’esame degli organi competenti per essere esaminati o approvati: la legge fiscale è ancora allo s. del governo, o della commissione parlamentare; il provvedimento di ristrutturazione dell’azienda è allo s. del consiglio d’amministrazione, o del direttore generale; la riforma è sempre allo s. presso il comitato tecnico. Nell’uso fam., con riferimento all’esame e alla valutazione di una qualsiasi decisione: su, decidetevi, non è poi cosa che richieda un lungo studio. c. Con valore concr., opera o lavoro che costituisce il risultato di studî e ricerche, o una fase preparatoria di opere definitive, o anche uno strumento didattico e un’esercitazione. In partic., scritto (articolo o libro) in cui sono pubblicati i risultati di una ricerca: sta preparando uno s. sugli affreschi etruschi; è l’autore di alcuni s. fondamentali sulla fissione nucleare; una raccolta di studî e testi di letteratura italiana; come titolo di pubblicazioni e riviste scientifiche: Studî in onore di ..., Studî di storia medievale. Nelle arti figurative, disegno eseguito come ricerca di tecniche e forme compositive, o come preparazione (soprattutto di particolari) di opere definitive: gli s. anatomici leonardeschi; uno s. di volto femminile di Rembrandt; s. dal vero, disegno (o anche dipinto o scultura) eseguito attraverso l’osservazione diretta di aspetti o soggetti reali, naturali. In musica, breve componimento strumentale (per quelli vocali sono più com. i termini esercizio, o solfeggio, vocalizzo, ecc., secondo i tipi) composto o destinato ad abituare l’allievo di uno strumento ad affrontare e superare alcune più tipiche difficoltà di esecuzione: studî per pianoforte, per violino, per chitarra; comporre, eseguire uno studio; talvolta, però, è titolo dato (in genere dall’autore stesso) a composizioni artisticamente compiute, libere da immediate finalità didattiche, come per es., nella letteratura pianistica, gli Studî op. 10 e op. 24 di Chopin o gli Studî trascendentali di Liszt. 2. Nel gioco degli scacchi, composizione di pezzi e di pedoni in cui una delle parti, anche se apparentemente inferiore per forze o posizione, può vincere o fare patta nel solo modo ideato dal suo autore, indipendentemente dal numero delle mosse. 3. letter. In accezioni che si riconnettono ai sign. originarî del lat. studium: a. Cura, attenzione diligente e sollecita: L’una vegghiava a studio de la culla (Dante); ella con tutto il suo s. s’ingegnava di piacergli (Boccaccio); Renzo ... stette un pezzo senz’altro pensiero o, per dir meglio, senz’altro s., che di viver nascosto (Manzoni); poneva ogni suo s. nel compiacerlo. Frequente la locuz. avv. a bello s., a bella posta, intenzionalmente, di propria volontà: cercava a bello s. di provocarlo; nessuno si abbrucia a bello s., fuorché la fenice (Leopardi); raro a sommo s., ant. a studio, con lo stesso sign.: per diverse e solitarie strade A s. capitò su una riviera (Ariosto). b. Aspirazione, desiderio: Che studio di ben far grazia rinverda (Dante); l’uso delle armi coniuncto con amor di virtù e studio di laude (L. B. Alberti). c. Tendenza dell’animo, naturale inclinazione: e vedesi ancora ... dua egualmente felicitare con dua diversi studii, sendo l’uno rispettivo e l’altro impetuoso (Machiavelli). d. Occupazione: E quel che ’n altrui pena Tempo si spende ... In qualche bella lode, In qualche onesto s. si converta (Petrarca); ma quivi A novi studi ti attendea la mensa (Parini); perché hai le gentili Forme e l’ingegno docile Vòlto a studj virili? (Foscolo). Al plur., e in unione con un agg. poss., attività, occupazione consueta: Quando con tanto amore L’uomo a’ suoi studi intende? (Leopardi). e. Opera compiuta, che rappresenta il risultato di un lavoro, di un’operazione complessa: t’aspetta Veder talvolta il mio signor ... destra e manca Porsi nel crine, e scompigliar con l’ugna Lo s. di molt’ore in un momento (Parini); Effigïati Dei Inclito s. di scalpelli achei (Foscolo). 4. Con sign. concreto: a. Dal medioevo e fino all’età moderna (e ancor oggi in alcune denominazioni di tono elevato), università, intesa come scuola superiore: lo s. di Bologna, di Firenze; le grandi tradizioni scientifiche dello s. pisano (con riferimento all’attuale università di Pisa; Studium Urbis è ancora in uso per indicare solennemente l’Università di Roma, l’attuale Sapienza); i Franzesi ..., avendo ... in casa un così nobil s. come è quello di Parigi, dove tutto il mondo concorre (B. Castiglione), con riferimento alla Sorbona. b. In una casa di abitazione, stanza appositamente dedicata allo studio e alla lettura: sta ore e ore chiuso nello s.; ho situato il mio s. nella stanza meno rumorosa; uno s. con mobili fiorentini del Seicento (e brachilogicamente, riferendosi al mobilio, uno s. in stile fiorentino). c. Ambiente o complesso di ambienti arredato e attrezzato per lo svolgimento di determinate attività professionali: s. legale, notarile, commerciale, o s. di avvocato, di notaio, di commercialista; s. odontoiatrico o dentistico o di dentista; s. di architetto, di ingegnere; un grande s. legale, medico, tecnico, in cui lavorano più legali, medici specialisti, tecnici, ripartendosi gli oneri relativi all’affitto e al mantenimento degli ambienti; s. artistico, s. di pittore, di scultore, dotati di particolari condizioni di illuminazione naturale (grandi finestre sulle parti alte delle pareti, lucernarî nel soffitto, ecc.). S. fotografico, ambiente dotato di attrezzature adeguate (macchine fotografiche, apparecchi di illuminazione, diffusori e riflettori di luce, pannelli di fondo, ecc.) per l’esecuzione di fotografie di persone (ritratti, fotografie di moda) o di oggetti (per es., fotografie commerciali), nonché per lo sviluppo e la stampa dei negativi. d. Complesso di locali dotato di speciali attrezzature per la registrazione di esecuzioni musicali e di canzoni (s. fonografico, di registrazione), per la realizzazione di trasmissioni radiofoniche e televisive (s. radiofonico, s. televisivo; gli s. della RAI), e per la ripresa di film (sinon., in quest’ultimo caso, di teatro di posa, affermatosi per influenza dell’angloamer. studio 〈sti̯ùudiëu〉: i grandi studî di Cinecittà, gli studî (o gli studios 〈sti̯ùudiëu∫〉) di Hollywood. ◆ Dim. studiétto, usato soprattutto nel sign. che ha nelle arti figurative di piccolo studio dal vero, bozzetto, e, con sign. particolare, studiòlo (v.).