struzzo
s. m. [dal lat. tardo struthio (nomin.), che è dal gr. στρουϑίων, dim. di στροῦϑος, prob. di origine indoeur.]. – Il più grande uccello vivente (Struthio camelus), dell’ordine struzioniformi tipico della fauna della regione etiopica, del deserto del Sahara, fino al Capo: velocissimo nella corsa, vive in piccoli gruppi e si nutre di erbe; può raggiungere circa i 3 m d’altezza, ha collo lungo, quasi tutto nudo, testa piccola e piatta, sterno privo di carena, zampe molto robuste e piedi con due sole dita, ali corte, inadatte al volo, con penne a rachide morbido; il maschio ha penne nere, eccetto le remiganti e le timoniere che sono bianche, la femmina è grigia e i piccoli hanno il piumino striato. Le penne sono state largamente usate, in passato, nell’abbigliamento femminile: un cappello adorno di penne di struzzo; un boa di struzzo. Com. le locuz. fig. avere uno stomaco di s., digerire tutto, anche i cibi più pesanti (per l’abitudine che ha lo struzzo di inghiottire oggetti svariati); fare la politica dello s., fingere di ignorare gravi difficoltà e pericoli pur evidenti, per evitare di affrontarli (dalla credenza che lo struzzo, di fronte a un pericolo, nasconda la testa sotto l’ala o nella sabbia per non vederlo e credendo così di sottrarvisi).