stroppiare
v. tr. (io stròppio, ecc.). – Variante ant. e pop. di storpiare, sia nel sign. (solo ant.) di disturbare, impedire: el sacerdote dee dire il suo uffizio all’ore debite, se faccienda non lo stroppia (s. Bernardino); sia negli altri sign. più noti: nella sua lunga carriera non ebbe a s. che il braccio d’un paralitico (I. Nievo); quasi che la rima sforzasse Dante a s. la geografia (G. Gozzi); stroppiar qualche parola, naturalmente, ma non stroppiarle tutte (Goldoni). È di uso com. nel prov. il troppo stroppia, con cui si mette in guardia contro i danni che possono derivare da ogni eccesso o abuso. ◆ Part. pass. stroppiato, anche come s. m. (f. -a), storpiato, storpio: ognuno si sforza di nascondere i deffetti [=difetti] naturali ...; il che si vede dei ciechi, zoppi, torti ed altri stroppiati (Castiglione).