stritolare
v. tr. [der. del lat. tardo tritare (v. tritare), col pref. s- (nel sign. 6)] (io strìtolo, ecc.). – 1. a. Rompere riducendo in pezzi minuti: il rullo compressore avanzava stritolando la ghiaia; la macina stritola i chicchi di grano; il cane stritolò l’osso in un baleno; il muro fu stritolato dall’esplosione; in senso fig.: l’amore, demonio beffardo, ci stritola nel niente (I. Nievo). In espressioni iperb. di minaccia: se non la smetti, ti stritolo!; terminate di lamentarvi, se non volete che vi stritoli! b. Letter. non com., con sign. analogo a soffocare, reprimere e sim.: il brigadiere ... stritolò una mezza bestemmia fra i denti (C. E. Gadda). 2. fig. Annientare, demolire un avversario in dibattimenti, discussioni e sim.: l’avvocato con la sua arringa ha stritolato l’accusa. 3. ant. Nella forma rifl., contorcersi, o sdilinquirsi, commuoversi smancerosamente: ella tutta si stritola quando legge Lancelotto o Tristano (Boccaccio).