strillare
v. intr. e tr. [forse lat. *stridulare, der. di stridŭlus «stridulo»; non è da escludere però (data la tarda attestazione del verbo, sec. 16°) una formazione onomatopeica]. – 1. intr. (aus. avere) a. Urlare, gridare con voce alta e acuta: vedendosi minacciata, la donna cominciò a s.; chi è che strilla in questo modo? Anche, alzare la voce, parlare a voce molto alta: non strillare tanto quando parli; ho capito, ho capito, è inutile che strilli!; perché strilli, non sono mica sordo! b. Per estens., protestare: se i fornai strillassero, non lo domandate (Manzoni); se parcheggio la macchina qui, strillano. 2. Con uso trans., nel linguaggio fam.: a. Dire gridando, a voce molto alta: mi strillò di lontano la notizia; s. i giornali, diffonderli con lo strillonaggio: non poteva più s. i giornali né bere vino (Morante). b. Rimproverare, sgridare: se non mangio tutta la minestra, la mamma mi strilla. ◆ Part. pres. strillante, anche come agg.: il sonno ... non fu rotto che dalla voce strillante della vecchia (Manzoni).