streetwear
s. m. Stile di abbigliamento casual alla moda; anche in funzione agg.le, come secondo elemento di lessemi complessi. ♦ L'idolo dei rapper, lo stilista che veste dai teenagers neri al presidente Clinton, sbarca in Italia. E lo fa con un investimento di 9 milioni di dollari (5 linee distribuite in 50 negozi) e uno strepitoso ritorno d'immagine: firma le divise della Ferrari. Tommy Hilfiger, da Elmira (New York), esempio del sogno americano tradotto in abito – 3 mila miliardi di fatturato – è il terzo colosso d'America, dopo Ralph Lauren e Calvin Klein. Hilfiger – figlio di un gioielliere e di un'infermiera – abile nel rielaborare i classici dello streetwear, è diventato un caso anche grazie alla sua recenta campagna pubblicitaria. Ambientata in una ricostruita Sala Ovale della Casa Bianca. (Antonella Amapane, Stampa, 11 settembre 1998, p. 16, Cronache) • A breve debutterà sul sito Yoox una "capsule collection" esclusiva (composta da una giacca impermeabile unisex, due T-shirts in 3 varianti di colore e due felpe maschili in 2 varianti di colore) della linea 55DSL, creata nel 1994 dal gruppo Diesel e ora divenuta un noto marchio "streetwear". (Valeria Novellini, Sole 24 Ore.com, 25 marzo 2009, Finanza & Mercati) • [tit.] Ludovico Loffreda: classicità / streetwear. (Grazia.it, 28 marzo 2012, Moda) • Sisley lancia la prima linea di streetwear firmata da Fedez. Dopo musica e tv, il rapper milanese si cimenta nella moda e lo fa nel ruolo di direttore creativo di una linea di abbigliamento casual. Questo dopo essere stato scelto come testimonial della campagna primavera estate del brand italiano. (Repubblica.it, 6 luglio 2015, Economia & Finanza) • Il normcore, da non confondere con lo streetwear, desidera riportare l’abbigliamento alla sua originaria “normalità”, attraverso capi basici – mom jeans, sneakers, cappellini da pescatore, marsupi, calzini di spugna, felpe di acetato – capaci di burlarsi del sistema-moda. Come? Creando un’esplicita estetica del brutto, a tratti banale, a tratti sgradevole, sfacciatamente sgraziata. Nel bel mezzo di una crisi globale di creatività, l’unico modo per distinguersi è non distinguersi. (Marianna Tognini, D-Repubblica.it, 4 febbraio 2019, Moda).
Dall’ingl. streetwear (propriamente ‘abbigliamento, vestito da strada’).