strallo
(o stràglio) s. m. [etimo incerto]. – 1. Nell’attrezzatura navale, manovra dormiente (fissa), generalmente di cavo d’acciaio, che sostiene ciascun albero verso prora, in contrasto con le sartie e i paterazzi (ma talvolta nella nautica da diporto è chiamato s. di poppa lo stesso paterazzo): è incappellata alla testa di ciascuno dei tronchi che compongono l’albero, tesata verso il basso, e giace nel piano verticale longitudinale della nave. Gli stralli, nelle navi a vela, prendono nome dal tronco d’albero che sostengono: s. di trinchetto e di parrocchetto, fissati, in basso, al bompresso; s. di maestra e di gabbia, fissati, in basso, al trinchetto; s. di mezzana e di contromezzana, fissati, in basso, alla maestra; su grandi velieri con più fiocchi sul bompresso, gli stralli possono assumere il nome della vela che portano: s. di fiocco, di secondo fiocco, ecc. Falso s., quello che sorregge il falso fiocco; anche, quello posto talvolta a rinforzo dello strallo degli alberi maggiori (in questo caso è detto anche controstrallo); s. cavo, quello prodiero ricoperto da una canaletta metallica che, su talune imbarcazioni a vela, consente di accelerare al massimo il dispiegarsi o il ridursi della vela di fiocco che vi è inferita grazie a un sistema avvolgibile a tamburo (avvolgifiocco), capace di far ruotare su sé stessa nel senso voluto la canaletta per aumentare o diminuire la superficie velica esposta al vento. Vele di strallo, le vele triangolari di taglio inserite sui varî stralli o stralletti tra maestra e trinchetto e tra mezzana e maestra; nei velieri moderni, le vele leggere di taglio alzate fra i due alberi dei ketches e degli yawls, e, meno propriam., anche il fiocco e la trinchetta. 2. Nelle costruzioni civili, struttura di irrigidimento, di cavo d’acciaio, spec. usata per evitare il pericolo di inflessione laterale in taluni elementi costruttivi. Anche, denominazione di tiranti di sostegno, come quelli che sorreggono l’impalcato di un tipo di ponte detto appunto strallato. ◆ Dim. strallétto (v.).