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stràlcio

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stralcio


stràlcio s. m. [der. di stralciare]. – 1. L’azione e l’atto di stralciare, il fatto di venire stralciato: disporre, fare lo s. di un nome da un elenco, di una causa dal ruolo; chiedere, concedere lo s. delle spese di trasporto; effettuare lo s. di un brano, di un passo (anche con valore concr., il brano stralciato: pubblicare uno s., alcuni s. di un discorso parlamentare); comporre, concludere a stralcio una controversia. In partic.: a. Con funzione predicativa: legge stralcio, che comprende una sola parte, per lo più urgente, di più ampî disegni di legge. b. Con determinazione sottintesa: ufficio stralcio, l’ufficio che ha il compito, soprattutto nelle amministrazioni pubbliche, di sbrigare o smistare ad altri enti le pratiche ancora in corso di un organo o ente soppresso. 2. Liquidazione: partita di stralcio, e vendere a stralcio, con riferimento a merci in liquidazione. La locuz. a stralcio è anche usata per indicare l’estinzione totale di un credito, di solito attraverso concessioni speciali (di abbrevio, sconto, ecc.): versare una somma a stralcio.

Sinonimi e contrari
stralcio
stralcio /'straltʃo/ s. m. [der. di stralciare]. - 1. a. [togliere da un insieme un elemento o una parte] ≈ depennamento, espunzione. ‖ eliminazione, esclusione. ↔ aggiunta, inclusione, inserimento, introduzione. b. (estens.) [la parte o l'elemento...
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