storacismo
s. m. Il modo d’intendere e di fare politica proprio di Francesco Storace. ◆ E se nell’improvvida iniziativa della Regione Lazio si celasse un’astuzia della ragione? Non alludo soltanto (considerandomi personalmente un avversario dello staracismo di ieri e dello storacismo odierno) all’eterogenesi dei fini nata dalla proposta di istituire una «commissione» di valutazione dei libri di storia per emendarli dall’«inquinamento» marxistico. (Angelo d’Orsi, Stampa, 17 novembre 2000, p. 26, Società e Cultura) • la Laziomatica, in effetti, ha fin troppo «accorciato le distanze tra istituzioni e cittadini» e davvero «offerto servizi» che era molto meglio se non offriva. Gemma aziendale dello storacismo, a navigare nel suo sito, si scopre che dovrebbe dedicarsi addirittura all’«e-democracy», permettendosi anche di impartire lezioni sul «valore della responsabilità sociale». (Filippo Ceccarelli, Repubblica, 18 marzo 2005, p. 6, Politica) • Di fronte al rischio – evidentissimo in queste ore – di una svolta a destra, con fortissime caratteristiche reazionarie, che può travolgere il paese, spingerlo verso una crisi buia, verso il dominio della parte più arretrata e meno liberale della borghesia, verso nuovi grandi spostamenti di risorse e di potere, di fronte a questo uragano di destra che si profila (basta sfogliare i giornali o guardare in Tv le scene del parlamento, per capire quanto «storacismo» sia alle viste) il più importante partito del centrosinistra si dichiara interessato solo ai propri assetti interni e alle tecniche elettorali da adoperare per la propria convenienza. (Piero Sansonetti, Liberazione, 27 gennaio 2008, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal nome proprio (Francesco) Storace con l’aggiunta del suffisso -ismo.
Già attestato nel Corriere della sera dell’11 maggio 1995, p. 3 (Paolo Conti).