stivale
s. m. [dal fr. ant. estival (cui corrispondono anche il ted. ant. stival e il ted. mod. Stiefel), di origine incerta]. – 1. a. Calzatura alta, che copre la gamba fino al ginocchio e, talvolta, fino a metà coscia o anche fino all’inguine: stivali di pelle, di cuoio; gli s. dei militari; tromba degli s., la parte che copre la gamba, dalla caviglia in su (detta anche gambale); stivali da caccia, alti fino a mezza coscia; s. da pesca, da palude, impermeabili; s. alla scudiera, che oltrepassano appena il ginocchio; s. alla ussara o a fisarmonica, di pelle morbida, in modo che facciano delle pieghe in corrispondenza della caviglia; s. all’inglese, con i rovesci di pelle colorata all’imboccatura; mettere, calzare gli s.; togliersi, sfilarsi gli s.; ungere, lustrare gli s. a qualcuno (per lo più in senso fig., adulare, comportarsi in modo servile); gli s. delle sette leghe, stivali magici, in fiabe per bambini. b. In senso fig., per antonomasia, lo Stivale, l’Italia, così detta per la sua forma geografica che somiglia a quella di uno stivale: Goti e Vandali ... venuti a manomettere, a vituperare e a imbarbarire il nostro bellissimo e gloriosissimo Stivale (Baretti); e Lo stivale si intitola una lunga poesia in sestine di G. Giusti nella quale, sotto forma di scherzosa metafora, l’Italia parla di sé stessa: Io non son della solita vacchetta, Né sono uno stival da contadino ... 2. fig. a. ant. o region. Persona incapace e stolta: sei proprio uno stivale! b. Appartengono all’uso fam. e pop. le espressioni eufemistiche rompere gli s., seccare, infastidire (cfr. le analoghe espressioni eufemistiche rompere i corbelli, le scatole e sim.); e la locuz. aggettivale dei miei stivali, riferita a persona o cosa di cui non si ha nessuna stima, che si pensa non valga nulla: intellettuale, medico dei miei s.; è uno dei soliti provvedimenti dei miei stivali. ◆ Dim. stivalino, e più com. stivalétto (v.); spreg. stivalùccio; accr. stivalóne (v.); pegg. stivalàccio.