sterilizzare
steriliżżare v. tr. [der. di sterile; nei sign. e usi fig., sul modello dell’ingl. (to) sterilise e del fr. stériliser]. – 1. Rendere sterile. In partic.: a. In biologia, privare della normale capacità di generare o di concepire: s. un uomo, un toro, un cavallo; s. una donna, una cavalla, una gatta. b. In medicina e in biologia, e nell’industria alimentare e farmaceutica, rendere privo di germi, di microrganismi, patogeni o no, procedere alla sterilizzazione (v.): s. gli strumenti chirurgici, le siringhe, le provette, la garza, il cotone idrofilo; s. la sala operatoria, un ambiente; s. il latte, un preparato alimentare o medicinale. 2. fig. a. Rendere sterile, annullare una capacità o una facoltà di produrre determinati effetti: s. l’ingegno, le capacità creative, la fantasia, le idee, i sentimenti (in questi usi, è forma rara per il più com. isterilire). b. Nel linguaggio econ., annullare o ridurre determinati effetti ritenuti dannosi: s. l’oro, impedire che il suo afflusso dall’estero provochi un aumento interno dei prezzi; il governo ha deciso di s. due punti della scala mobile, o gli effetti dell’aumento della benzina sulla scala mobile. ◆ Part. pres. steriliżżante, anche come agg., agente s. (o assol. sterilizzante, come s. m.) del terreno, erbicida totale capace di agire su tutta la vegetazione e pertanto usato soltanto sul suolo delle aree urbane. ◆ Part. pass. steriliżżato, anche come agg.: un uomo o un cavallo sterilizzato, una donna o una gatta sterilizzata; siringa, provetta, garza sterilizzata o sterile; alimenti, farmaci sterilizzati; latte sterilizzato, denominazione generica di latte portato, con varî metodi, ad alte temperature (140 - 150 °C) per pochi secondi, con distruzione della quasi totalità delle specie batteriche in esso presenti e qualche alterazione di sostanze sensibili al calore (vitamine, sostanze proteiche).