stato2
stato2 s. m. [lat. status -us «condizione, posizione, stabilità» (der. di stare «star fermo»)]. – 1. Lo stare, lo star fermo (in contrapp. a moto, movimento), nelle espressioni del linguaggio grammaticale: complemento di stato in luogo; verbi di stato (o di quiete), quelli che indicano il permanere del soggetto in un dato luogo o in una data posizione o condizione (per es., essere, stare, rimanere, ecc.). In senso fig., nel linguaggio medico (con sign. affine a stasi, ma in senso più oggettivo, come assenza di movimento, di avanzamento), fase di stato, il periodo d’una malattia caratterizzato da una relativa uniformità della fenomenologia clinica; nelle malattie infettive, periodo di stato, quello che succede alla fase d’invasione. 2. Il modo di essere, temporaneo o permanente, di cosa o persona (sinon. generico di condizione o situazione). In senso ampio: lo s. presente delle cose (anche ellitticamente: allo s. delle cose, nella situazione in cui esse si presentano attualmente); restituire allo s. originario, allo s. primitivo; lo s. del cielo (sereno, nuvoloso), del mare (calmo, mosso, agitato, ecc.); Intatta luna, tale È lo s. mortale (Leopardi), la triste condizione degli uomini; mi ha dato notizie del suo s. presente (delle sue condizioni di salute, della sua situazione economica, dell’andamento dei suoi affari, ecc.). Talora, spec. nella lingua ant. e letter., si aggiunge al sign. di condizione quello di permanenza, di stabilità nella condizione: Ben provide Natura al nostro stato, Quando de l’Alpi schermo Pose fra noi e la tedesca rabbia (Petrarca). Sempre con sign. ampio, la condizione in cui una persona o una cosa si trova rispetto alla sua integrità, alla sua conservazione, al suo aspetto, ecc.: il ferito è in grave, in gravissimo s.; le febbri l’avevano ridotto in uno s. da far pietà; non puoi uscire in questo s. (con riferimento a condizioni di salute o di aspetto); tornò a casa in uno s. pietoso, in uno s. da far paura (perché sudicio, con le vesti lacere, o infangato o fradicio di pioggia, o ferito, sfinito dalla stanchezza, ecc.); come mai ti sei (o chi ti ha) ridotto in questo s.?; la stanza era in uno s. di grande disordine; in che s. si è ridotta questa casa!; ha trovato il giardino in uno s. di grande abbandono; la vettura (o il tetto, il vestito, il libro, ecc.) è ancora in buono s., in ottimo s., o al contr. è in cattivo, in pessimo s.; si procedeva con molta difficoltà per lo s. disastroso della strada. Frequente anche, con valore generico, la locuz. essere in stato di, essere in grado, in condizione di poter fare qualche cosa: non sono in s. di uscire; il motore è ancora in s. di poter funzionare; il battello non è più in s. di affrontare il mare. Con valori più determinati e specifici: a. In fisica, in chimica e nella tecnica, modo di essere, condizione in cui si trova una sostanza, un sistema materiale, un corpo, cioè condizione particolare individuata da un certo numero di parametri: si parla quindi di s. meccanico o di s. di moto, con riferimento ai valori istantanei delle coordinate spaziali e delle componenti del vettore velocità, di s. termodinamico, con riferimento ai valori di equilibrio dei parametri di s., ossia dei parametri che individuano lo s. di equilibrio del sistema (che per un gas sono la pressione e la temperatura); diagrammi di s., la rappresentazione grafica dei valori dei parametri di stato di un sistema termodinamico ai quali corrispondono stati di equilibrio in cui possono coesistere due o più fasi: tali valori giacciono, in genere, su curve che delimitano regioni in cui il sistema si trova in una sola fase stabile; equazioni di s., le equazioni che stabiliscono una correlazione tra le grandezze individuanti lo stato di un sistema materiale, adottando come tali, in genere, la pressione p, il volume molare v e la temperatura T, in quanto più facilmente determinabili; s. critico, detto delle condizioni di un sistema per le quali sia possibile lo stabilirsi di un particolare fenomeno (per es., nel caso di un materiale fissile si parla di s. critico quando il numero di neutroni prodotto per fissione nell’unità di tempo uguaglia quello dei neutroni assorbiti o perduti dal materiale); s. stazionario (v. stazionario); stati di aggregazione, modi diversi (s. liquido, s. solido, s. aeriforme) nei quali possono trovarsi associate le molecole di una sostanza. Precisando, in senso puramente qualitativo, determinate proprietà fisiche o chimiche: s. di elettrizzazione (o s. elettrizzato), di magnetizzazione, di polarizzazione magnetica o dielettrica di un corpo; s. di tensione di una struttura; s. energetico atomico, elettronico, ecc., quello caratterizzato da un determinato valore del contenuto energetico dell’atomo, dell’elettrone, ecc.; s. legato, stato energetico di un sistema la cui energia è minore dell’energia che avrebbero le particelle che lo compongono se fossero poste tra loro a distanza infinita: è quindi necessario fare del lavoro dall’esterno sul sistema per separare le componenti mentre in assenza di perturbazioni esterne il sistema rimane legato; s. quantico, stato energetico di un sistema quantistico che risulta caratterizzato dai valori assunti dai numeri quantici; s. fondamentale (o s. normale), stato energetico in cui l’energia è la più bassa possibile; s. eccitato, la cui energia è superiore a quella dello stato fondamentale, e, in partic., s. metastabile, quello corrispondente a un livello energetico eccitato avente una vita media relativamente elevata; s. igrometrico dell’aria, le condizioni di umidità relativa dell’aria in un determinato punto o ambiente; allo s. nativo, locuz. che fa riferimento a elementi chimici che si trovino in natura allo stato non combinato (come l’oro, il rame, lo zolfo, ecc.); analogam., allo s. nascente, locuz. che fa riferimento a elementi che si presentano come atomi, al momento della loro liberazione, prima che si riuniscano in molecole poliatomiche ovvero a molecole all’atto della loro formazione da reazioni chimiche; s. risonante, in fisica nucleare, lo stesso che risonanza (v.); s. vetroso, stato solido amorfo, non cristallino, di aggregazione della materia, come, tipicamente, quello del vetro. Teorema degli s. corrispondenti, teorema valido per molti gas reali, secondo il quale i gas con gli stessi valori dei parametri ridotti mostrano un identico scostamento dalle condizioni di gas perfetto: tale legge è stata applicata allo studio dei liquidi e dei gas densi ed è risultata rispettata da tutte le sostanze di uno stesso tipo dal punto di vista della struttura chimica. b. Nella tecnica dell’incisione, tiratura da una lastra a un certo stadio della sua elaborazione, prima dell’edizione definitiva, che rispecchia il processo di elaborazione dell’opera e talvolta presenta varianti assai significative (spesso infatti una lastra, data alla stampa in una certa epoca, è poi ripresa e rielaborata dall’artista, dando luogo così a nuovi stati): le stampe precedenti l’edizione ultima sono classificate in ordine cronologico come primo, secondo, ecc., stato. c. Modo d’essere e di vivere degli uomini, considerati come gruppi sociali: per condursi al presente s. di civiltà non ancora perfetta, quanto tempo hanno dovuto penare questi tali popoli? (Leopardi); indigeni che vivono allo s. selvaggio; stato di natura, espressione usata nell’ambito del giusnaturalismo per indicare la condizione in cui sarebbero vissuti gli uomini anteriormente alla formazione della società civile (e successivamente considerata da J.-J. Rousseau come una condizione ipotetica). Analogam., di animali: vivere allo s. libero, allo s. brado. Con riguardo invece al tenore di vita: popolazioni che vivono in uno s. miserabile, che giacciono in uno s. di grande indigenza. d. Nel linguaggio comm. e contabile equivale in genere a situazione: vorrei un rapporto sullo s. attuale dell’amministrazione; l’azienda è in s. di fallimento o fallimentare. Con opportune qualificazioni, indica anche spesso, più concretamente, il documento, il prospetto, la relazione da cui risulta una particolare situazione economica, amministrativa, ecc.: s. di previsione, documento contabile che espone la previsione di un’intera gestione economica o finanziaria di un’azienda o di alcune operazioni di questa (nel bilancio dello Stato, è il documento da cui risultano le spese o le entrate previste dello Stato, sia quelle generali sia quelle, particolari, di ciascun ministero); s. di liquidazione, esposizione dei rapporti patrimoniali da sistemare o risolvere, oppure dei valori di realizzo di singoli beni o di complessi patrimoniali; s. mensile di borsa, lo stato di liquidazione che a fine mese l’associato alla stanza di compensazione deve esibire alla stessa per la liquidazione dei contratti di borsa in scadenza, in modo che si possa determinare la posizione debitoria o creditoria dell’associato in titoli e in contante; s. patrimoniale, prospetto nel quale vengono rappresentati gli elementi attivi e passivi del patrimonio di un’azienda; s. di avanzamento, documento richiesto da enti pubblici o privati per la liquidazione di quanto dovuto per lavori in appalto il cui pagamento debba eseguirsi in più volte durante la loro esecuzione, oppure da banche per la liquidazione delle quote di mutuo edilizio da somministrare durante l’avanzamento dei lavori di costruzione; s. finale, termine generico col quale si designa un qualsiasi stato di liquidazione redatto alla fine della liquidazione medesima oppure uno stato patrimoniale compilato a fine esercizio. Il termine è affine a situazione anche nelle seguenti espressioni: s. della popolazione, la consistenza della popolazione presente e residente in una determinata unità di tempo in un determinato territorio, rilevata direttamente o in modo riflesso mediante periodici censimenti, e considerata non solo nel suo ammontare ma anche nella sua ripartizione secondo i caratteri sotto cui può essere studiata: sesso, età, stato civile, professione, ecc.; stati delle anime o dei comunicanti, antichi censimenti con finalità religiosa. e. Condizione o situazione il cui carattere, per lo più eccezionale, è determinato dal complemento: s. d’assedio, ora s. di pericolo pubblico (v. assedio); s. di guerra (v. guerra); s. di emergenza (v. emergenza); in diritto penale, s. di necessità (v. necessità). f. Nel linguaggio tecnico, s. dell’arte (calco della locuz. ingl. state of the art), la situazione, lo stadio attuale di sviluppo o di conoscenza raggiunto in un particolare settore di ricerca come risultato dell’applicazione di metodi moderni. 3. Con riferimento a singoli individui, o anche a gruppi e categorie, in quanto costituite da singoli: a. Condizione economica e sociale: essere nato di (o in) umile s.; una famiglia di basso s.; sommamente Martuccio venne nella sua grazia e per conseguente in grande e ricco s. (Boccaccio); Non è superbia alla superbia uguale D’uom basso e vil che in alto s. sale (prov.); essere, vivere in s. agiato, in prospero s., in felice s. (espressioni che possono essere riferite anche a una città, a un popolo); migliorare il proprio s., o, più semplicem., migliorare stato; mutare stato (s’intende in genere che si passi da una condizione inferiore ad altra più agiata); tornare allo s. di prima (ma questa e la prec. espressione, come la seguente, possono anche avere un’accezione più vasta); essere, non essere contento del proprio s.; talora allude piuttosto al grado, alla dignità: un altro de’ maliscalchi del re, il quale grande s. e molta famiglia tenea (Boccaccio), occupava un’alta carica. Usato assol., buona condizione economica e sociale: farsi, formarsi uno s., una conveniente sistemazione; nell’uso ant., essere, durare in s., nella prosperità, in buone condizioni di fortuna; montare in s., crescere in dignità. b. Condizione di un individuo, relativamente alla sua posizione nella famiglia, nella società, alla sua professione, ecc., soprattutto in quanto comporti una determinata situazione giuridica con relativi diritti e doveri. In partic.: s. della persona, la posizione spettante alla persona come membro di determinate collettività umane, principalmente come membro della famiglia (s. di famiglia) e di uno stato (s. di cittadinanza); il complesso delle singole posizioni giuridiche spettanti alla persona nella famiglia, nello stato e nella comunità giuridica ne costituisce lo s. civile (espressione ricalcata sul fr. état civil): di qui, atti dello s. civile, gli atti che lo documentano pubblicamente, accertati e registrati presso ogni comune su registri o archivî ormai elettronici (registri di s. civile) a cura di un pubblico funzionario (ufficiale di s. civile): comprendono, oltre lo stato di cittadinanza e di famiglia, i dati relativi alla nascita, alla morte e al matrimonio, la residenza e il domicilio. Considerando poi l’uomo come membro della comunità giuridica, si perviene al concetto più ampio dello s. personale, che è il presupposto di tutte le altre condizioni e di tutti gli altri rapporti giuridici della persona. S. giuridico e s. economico, la posizione giuridica ed economica spettante nell’amministrazione statale al dipendente dello stato; s. ecclesiastico, s. religioso, la condizione di chi ha abbracciato la vita sacerdotale o è entrato in un ordine religioso (in contrapposizione allo s. laicale); con riguardo al matrimonio: s. coniugale; s. vedovile; s. di celibe, di nubile, s. libero, di chi non è sposato (di qui, fede di s. libero, l’attestato comprovante tale posizione); la scelta dello s., del proprio s., la scelta fra la vita religiosa e quella secolare, o tra il matrimonio e il celibato; obblighi del proprio s., quelli che derivano immediatamente dai rapporti che si creano per il fatto stesso di essere in un determinato stato (per es., quello religioso, quello matrimoniale), o di esercitare una data professione. Con riferimento allo stato civile, delitti contro lo s. di famiglia, denominazione sotto la quale si comprendono quattro reati, e cioè supposizione, soppressione, alterazione e occultamento di stato (rispettivam. iscrizione di una nascita inesistente, non iscrizione di una nascita, alterazione dell’atto di nascita, affidamento a un ospizio di un bambino occultandone lo stato di figlio legittimo o riconosciuto). Per estens., il documento che attesta una determinata posizione giuridica o fornisce il prospetto di una situazione: richiedere all’anagrafe lo s. di famiglia; s. matricolare, documento che dev’essere tenuto presso l’amministrazione centrale per gli impiegati civili dello stato, nel quale sono indicati i servizî prestati dall’impiegato, il suo stato di famiglia e tutti i provvedimenti relativi alla nomina, allo stato, alla carriera e al trattamento economico; il documento equivalente per gli ufficiali delle forze armate è denominato s. di servizio. c. Particolare situazione in cui una persona si trova, soprattutto quando sia determinata per forza di legge: essere, mettere in s. d’accusa; essere, tenere in s. d’arresto; dichiarare lo s. di insolvenza di una ditta. d. In medicina, ma anche nell’uso com., termine generico per indicare una condizione permanente, o d’una qualche durata, fisiologica o patologica: s. di benessere (o con sign. neutro, cioè come vox media, s. di salute, che può essere buono o cattivo); s. agonico, s. comatoso; essere in s. di sonno, di narcosi, letargico, di incoscienza, di ubriachezza, in uno s. di debolezza, di prostrazione, ecc. In locuz. come s. settico, s. di eccitazione, s. di agitazione, s. depressivo, s. demenziale, ha un sign. analogo a quello di sindrome, in quanto fa riferimento alla realtà clinica esteriore e prescinde da una qualsiasi precisazione eziopatogenetica; s. di male asmatico, la condizione caratterizzata dalla persistenza prolungata del quadro clinico dell’asma bronchiale che ha perduto il suo tipico carattere accessionale; s. di male epilettico, la condizione rappresentata dal succedersi di manifestazioni accessionali a ritmo più o meno subentrante, senza ripristino della coscienza nei periodi di intervallo tra le varie crisi. In partic., s. di gravidanza, condizione fisiologica cui corrispondono nel linguaggio corrente gli eufemismi essere in s. interessante, meno com. in altro s. (ma anche assol., stato, in espressioni quali: per riguardo al suo s., nello s. in cui si trova, e sim.). In psichiatria, s. secondo, espressione tradizionale per indicare una condizione abnorme che nella sua forma genuina è un restringimento più o meno grave della coscienza, in cui un soggetto compie azioni in apparenza coordinate e complesse, senza serbarne ricordo. e. Condizione psichica, atteggiamento psichico, soprattutto in espressioni generiche: s. di coscienza (in psicologia, qualsiasi fenomeno psichico, e più specificamente un contenuto relativamente stabile della psiche: percezione, emozione, ricordo, ecc.); s. d’animo; s. emotivi, s. passionali (anche nel linguaggio giudiziario, con riferimento alle attinenze giuridiche che tali stati possono avere sulla imputabilità, e così nella frase essere o non essere in s. d’intendere e di volere); e dissi allora uno sonetto, lo quale narra del mio s. (Dante). Determinando: essere in uno s. di euforia; vivere in uno s. di continua ansia, ecc. f. Condizione spirituale o morale-religiosa: essere in s. d’innocenza, di colpa, di peccato, ecc. In partic., nella teologia cristiana si distingue la condizione dell’uomo prima del peccato originale (s. d’innocenza), quella dopo il peccato e prima dell’incarnazione del Figlio di Dio, e quella successiva all’incarnazione, che ha redento l’uomo e gli ha reso possibile partecipare alla giustificazione (s. di grazia); nella storia sacra sono tre momenti di uno stesso itinerario salvifico. Si chiama s. di perfezione la condizione dell’uomo che tende in tutta la sua vita a un amore perfetto di Dio e del prossimo, soprattutto attraverso i voti religiosi. Con uso fig., nel linguaggio com., essere, sentirsi in s. di grazia, in condizione ottima, o di euforia o di particolare ispirazione. 4. Posizione sociale di un singolo individuo o di un gruppo; situazione giuridica, sociale ed economica dei diversi strati sociali (per nascita o per posizione); quindi categoria sociale, ceto. In relazione con questo sign. del termine, era in uso in Francia e in alcuni altri paesi la divisione della società in tre stati: nobiltà, clero e terzo stato, cioè la borghesia (in epoca più recente si è parlato anche di un quarto s., con riferimento al proletariato); al plur., l’assemblea dei rappresentanti dei tre ordini o stati nel Regno di Francia (fino al 1789-1790): S. provinciali, l’assemblea dei deputati d’una provincia; S. generali, l’assemblea generale dei deputati del regno. 5. Corpo di ufficiali con speciali funzioni, solo nell’espressione s. maggiore o S. Maggiore (v. la voce, anche per un suo uso estens. e fig.). 6. ant. Ciò che si possiede; l’avere, il patrimonio: consumare, sperperare, o aumentare, ingrandire il proprio stato. 7. a. Comunità politica costituita da un popolo stanziato in un determinato territorio e organizzato unitariamente come persona giuridica collettiva, e titolare di un potere sovrano (governo), cui è riservato il monopolio dell’uso legittimo della forza (potere coattivo), allo scopo di garantire l’ordine pubblico interno e di assicurare la difesa contro eventuali nemici esterni. Questo sign. del termine si è formato non per sviluppo di uno solo dei sign. precedenti, ma per la confluenza della maggior parte di essi; per es., dal sign. di condizione, situazione (cfr. in Dante, Inf. XXVII, 54: Tra tirannia si vive e s. franco, con riferimento alla città di Cesena); da quello di possesso, avere, patrimonio, e quindi anche dominio, o territorio su cui si estende un dominio; da quello di alto grado, alta dignità, donde le idee di sovranità, potenza, signoria. Tale varietà di accezioni è evidente nella ricca documentazione storica del termine, e in partic. negli usi con cui compare nell’opera storico-politica di N. Machiavelli, ora con senso soggettivo (potere sovrano), ora con senso oggettivo (popolo e territorio su cui si esercita il potere), e più spesso con la fusione dei due sensi; eccone alcuni esempî, dal Principe: li Spartani tennono Atene e Tebe creandovi uno s. di pochi (cap. V), un governo di pochi, un’oligarchia; non si maraviglierà alcuno della facilità ebbe Alessandro a tenere lo s. di Asia (cap. IV: qui stato è potenza politico-territoriale); quando quelli s. che si acquistono come è detto, sono consueti a vivere con le loro leggi e in libertà, a volerli tenere ci sono tre modi ... (cap. V: anche qui è il territorio e il popolo su cui si estende il dominio, ma con un accento maggiore sul popolo); in senso ampio e più completo: tutti gli s., tutti e dominii che hanno avuto e hanno imperio sopra li uomini, sono stati e sono o repubbliche o principati (cap. I); infine, con senso più astratto, la scienza, l’arte dello stato, cioè del governare: dicendomi el cardinale di Roano che li Italiani non si intendevano della guerra, io li resposi che e Franzesi non si intendevano dello stato (cap. III). Nell’uso moderno, per evitare ambiguità con altri significati, la parola viene a volte scritta con iniziale maiuscola: gli S. d’Europa, dell’Asia; il territorio, i confini d’uno S.; uno S. grande, potente; costituire, fondare uno S.; soprattutto quando ci si riferisce allo stato proprio, alla propria nazione: le leggi dello S., la difesa dello S., il capo dello S., ecc. In partic., s. sovrano, lo stato che ha piena autorità, che non è cioè sottoposto a nessun altro stato esterno (mentre invece gli s. semisovrani, per es. quelli protetti, hanno la sovranità interna ma non quella internazionale); s. indipendente; s. vassallo; s. cuscinetto (v. cuscinetto); s. federale (v. federale); confederazione di stati (v. confederazione). In denominazioni storico-politiche: Stati Uniti d’America; Stati dell’Unione (v. unione, n. 2 a); Stato Pontificio (v. pontificio); Stato Vaticano o Stato della Città del Vaticano (v. vaticano); Stato dei Presidî (v. presidio). Nel diritto penale italiano, delitti contro la personalità dello s., i delitti che ledono gli interessi dello stato, e in partic. la sua personalità internazionale e interna (provocazione di guerra, spionaggio, ecc.; attentato contro l’integrità, l’indipendenza, l’unità, la sicurezza dello stato), i diritti politici dei suoi cittadini, e inoltre gli stati esteri e i loro capi e rappresentanti (attentato alla vita e all’incolumità o libertà, e offesa, a capi di stati esteri nel territorio italiano, ecc.) b. Con riguardo all’ordinamento politico, sociale, economico, amministrativo, ecc.: le Monarchie sono le più conformi alla natura umana, e perciò la forma più durevole degli stati (Vico); s. assoluto (o assolutistico), nel quale tutti i poteri sono nelle mani del sovrano, senza limite e senza separazione; s. patrimoniale, nel quale la sovranità appartiene alla persona fisica del sovrano; s. di diritto (in contrapp. allo s. assoluto), tenuto a osservare le norme del diritto positivo da lui stesso create nell’esplicazione della sua sovranità; s. di partito, dove è ammesso un unico partito; s. totalitario, in cui il potere è esercitato da un solo partito, i cui interessi, identificati con quelli della collettività, sono sovraordinati agli interessi dei singoli cittadini; s. corporativo, in cui la vita politica è guidata da corporazioni, che organizzano i cittadini in base alle loro attività economiche e professionali; s. teocratico, in cui il potere è detenuto dalla suprema autorità religiosa; s. confessionale, che riconosce un’unica religione ufficiale, la quale ne ispira e guida l’indirizzo politico; s. laico, che, nel rispetto di tutte le fedi, tiene separata la propria attività politica da ogni forma di ingerenza religiosa; s. feudale, quello sorto in epoca medievale, caratterizzato da una molteplicità di poteri territoriali locali (feudi) a fondamento giuridico privatistico e dall’assenza di un potere sovrano centrale e, conseguentemente, di un diritto pubblico; stati canaglia, nel linguaggio della recente politica americana, soprattutto dopo i tragici attentati dell’11 settembre 2001, le varie nazioni integraliste, o governate da regimi dittatoriali, accusate di fiancheggiare o alimentare il terrorismo di matrice islamica o che, mostrando in apparenza di puntare sull’energia nucleare, intenderebbero invece riarmarsi al fine di turbare gli equilibrî internazionali (per altre qualificazioni, come per es. s. di polizia, s. autoritario, s. assistenziale, s. sociale, ecc., v. rispettivam. polizia, autoritario, assistenziale, sociale, ecc.). c. Con sign. più ristretto, territorio o paese che, retto da un determinato governo, è sottomesso a una medesima legge politica e ordinato in un organismo politico completo: risiedere nello s.; un vasto, piccolo s.; invadere, occupare uno s.; gli S. della Chiesa, ecc. d. Locuz. varie: città-stato, espressione con cui si rende il concetto espresso dal greco πόλις (v. polis): le città-stato della Grecia antica; ministro segretario di s.; Consiglio di s. (v. consiglio, n. 5 a); consigliere di s.; uomo di s., statista, persona che partecipa attivamente alla vita politica, e ha l’esperienza e le doti necessarie per governare o collaborare al governo di una nazione; impiegati dello s., ferrovie dello s., archivio di s.; monopolî di s.; ragion di s. (v. ragione, n. 4 a); affare di s. (calco del fr. affaire d’état), che riguarda strettamente la vita politica della nazione (fig., non è il caso di farne un affare di s., di sollevare tanto scalpore per fatti di così poca importanza); segreto di s., qualsiasi notizia segreta la cui divulgazione può compromettere la sicurezza di un paese (fig.: a me puoi dirlo, non sarà mica un segreto di s.!); delitto di s., che ne minaccia la sicurezza (fig., iperb.: non è il caso di fare, d’una parola così innocente, un delitto di s.!); pensieri di s., preoccupazioni di governo; colpo di s. (v. colpo, n. 4); scuole di s., le scuole pubbliche, in contrapp. alle scuole private; esami di s. (v. esame). Per l’espressione libera Chiesa in libero S., v. chiesa. ◆ Dim. e spreg. staterèllo, non com. statùcolo (tutti e due nel sign. politico).