staio
stàio (ant. staro) s. m. [lat. sextarius: v. sestario] (pl. gli stai, le stàia, ant. le stàiora, da cui si è avuto anche un sing. retroformato stàioro). – 1. a. Unità di misura di capacità per aridi, usata in Italia prima dell’adozione del sistema metrico decimale, con valori diversi da luogo a luogo: per es., valeva in Toscana 24,36 litri; a Casale Monferrato 16,16 litri; a Forlì 72,16 litri; a Milano e a Novara valeva 18,27 litri; a Parma 47,04 litri (per il grano); a Venezia 83,31 litri. Come misura per il grano e altri cereali, è ancor oggi in uso nella campagna toscana: uno s. di grano, d’orzo; il plur. è, in questo sign., staia (femm.): un campo che dà poche staia di grano; un sacco contiene all’incirca tre staia. Locuz. avv. a staia, in grandissima quantità: possiede, guadagna denari a staia. b. Recipiente per la misura di uno staio, fatto di legno, cilindrico, a doghe cerchiate; dal centro del fondo sale verso la bocca un ferro (detto ago) che s’inserisce in una spranghetta, anch’essa di ferro (detta maniglia), disposta diametralmente alla bocca: uno s. colmo, raso, scarso. Con questo sign. il plur. è stai. Nell’uso ant., cappello a staio, cappello a cilindro: Pasotti, in soprabito nero di cerimonia, col cappello a staio in testa e la grossa mazza di bambù in mano, camminava nervoso per la riva (Fogazzaro); in frasi di origine biblica, come sinon. di moggio (v.): nascosto questo lume sotto lo staio della superbia, ... gittate tenebre in voi e in altri (s. Caterina da Siena). Non com. e ant. la locuz. fig. prestare lo s., passare la parola ad altri, in una conversazione: il grande Alessandro [Dumas] ... si mostrò tanto voglioso di discorrere, che mai non volle prestar lo staio a nessuno (G. Bandi). 2. estens. Superficie di terreno occorrente per seminarvi uno staio di grano: un podere di sei, di dieci staia; in questo sign. il plur. è staia, e ant. anche staiora: a costoro per queste due opere tanto egregie fu donato dal publico dua staiora di terra per ciascuno (Machiavelli). 3. Anticam., misura di superficie con valori variabili da luogo a luogo: ad Alessandria valeva 392,99 m2 (s. piccolo) e 589,49 m2 (s. grande); a Novara 383,25 m2; a Parma 513,57 m2; a Terni 281,56 m2.