stagno2
stagno2 s. m. [lat. stagnum]. – Raccolta di acqua dolce o salmastra, poco profonda, di piccola estensione e di durata talora limitata, che si origina per emergenza di una falda acquifera in aree depresse di terreni alluvionali, per accumulo di acqua in conche dovute a piccole fratture, per invasione di acque marine seguita da un subitaneo ritiro, o costituita dal residuo di un lago in estinzione o dal meandro abbandonato di un fiume. In partic.: s. costiero, lo stesso che lago costiero (v. lago); s. artificiale, per lo più dragato e utilizzato per l’allevamento del pesce; s. ossidativo, nel campo dei trattamenti biologici degli scarichi di liquidi industriali, bacino scavato nel terreno e riempito con i liquami, che vi permangono il tempo sufficiente affinché i processi naturali di depurazione agiscano sulle sostanze biodegradabili in essi contenute. Nell’uso com. sono frequenti alcune espressioni riferite a stagno nella sua accezione più generica e usuale, sia in senso proprio (pescare, fare il bagno in uno s.; andare a caccia di folaghe sulle rive di uno s.), sia con diversi valori fig. e allegorici: annegare nello s. della noia, dell’indifferenza; muovere, agitare le acque di uno s., gettare un sasso nello s., turbare una situazione tranquilla, di immobilità; pescare in uno s., agire in modo tortuoso e non corretto, partecipare a operazioni poco chiare: fingendo nova esca Al pubblico guadagno, L’onda sommovi, e pesca Insidioso nel turbato s. (Parini); cfr., per quest’ultimo esempio, la nota frase pescare nel torbido.