stagliare
v. tr. [der. di tagliare, col pref. s- (nel sign. 5)] (io stàglio, ecc.). – 1. a. Tagliare grossolanamente, irregolarmente, oppure secondo una linea non diritta ma a sporgenze e rientranze, usato spec. nel part. pass.: ornamenti in lamiera stagliata. b. Come intr. pron., stagliarsi, profilarsi, delinearsi nitidamente, a contorni ben marcati sopra uno sfondo: le vette aguzze dei monti si stagliavano nell’azzurro del cielo; stagliate dentro l’oro e il fuoco, Le paranzelle in una riga lunga Dondolano sul mar (Pascoli). Non com. e letter. in questo sign. con uso trans.: l’oro del sole incendiava e stagliava gli alberelli in cima alla montagna (Pavese). 2. a. Regolare un conto, una partita di dare e avere, segnando delle tacche uguali su due legni, come pratica in uso tra analfabeti o in zone meno evolute, soprattutto per regolare i conti fra padrone e contadino. b. ant. Computare all’ingrosso; stabilire con approssimazione una somma a composizione di una controversia; stralciare. ◆ Part. pass. stagliato, anche come agg.; ant., tagliato a picco, scosceso: ne puose al fondo Gerïone Al piè al piè de la stagliata rocca (Dante); locuz. ant. andare alla stagliata, prendere la via più breve, anche se non è la più battuta: E vanno giorno e notte alla stagliata, Non creder sempre per la calpestata (Pulci).