sprovveduto
(ant. sproveduto) agg. e s. m. (f. -a) [part. pass. di sprovvedere, ma nella maggior parte delle accezioni è da ritenere derivato autonomo di provveduto col pref. (nel sign. 1), spec. nel sign. 2, che si collega a provvedere nel sign. ant. di «prevedere»]. – 1. a. agg. Che non è fornito, o sufficientemente fornito o dotato, di quanto sarebbe necessario o che dovrebbe comunque possedere: sprovveduto, per accidente, di pane, ... trovò l’espediente di far in modo che il poco pane bastasse (Goldoni); guai all’uomo così sprovveduto di senso morale, da non saper come condursi (Imbriani). b. agg. e sost. In senso fig., che manca dei mezzi, dell’esperienza, delle doti necessarie per affrontare una data situazione o svolgere un determinato compito: è un buon ragazzo, ma un po’ s. per iniziare questi studî; con connotazione riduttiva, che è scarsamente dotato di ingegno, intelligenza, preparazione, o anche di avvedutezza e furberia: questi concetti non sono accessibili ai lettori più s.; è un pubblico troppo s. per spettacoli così raffinati; è un ragazzo s. che si lascia abbindolare facilmente da chi la sa più lunga di lui; frequente come sost.: ti sei comportato come uno s.; è stata una sprovveduta a farsi incantare dalla cartomante; in certe situazioni, siamo tutti degli sprovveduti. 2. agg., ant. Imprevisto, inatteso, improvvisato: secondo cena sproveduta [«considerando che la cena era improvvisata»], furono assai bene e ordinatamente serviti (Boccaccio); con repentine e sprovedute correrie (Bembo); alla sprovveduta, locuz. avv., di sorpresa (cfr. il più com. alla sprovvista): la interrogava destramente, s’ingegnava di coglierla alla sprovveduta (Capuana). ◆ Avv. sprovvedutaménte, senza la necessaria avvedutezza, da sprovveduto: si è fatto sprovvedutamente imbrogliare; ant., all’improvviso, alla sprovvista.