sprazzare
v. tr. e intr. – Variante ant. e rara di spruzzare, documentata, con il sign. trans. di questo verbo, già nel sec. 13°: E chi ’l contende, nel viso gli sprazza Velen (Rustico di Filippo). La sua reintroduzione nella lingua letter. contemporanea, con il sign. trans. e più spesso intr. di apparire o far apparire a spruzzi, spargere a spruzzi (riferito alla luce, a raggi luminosi o a visioni luminose), sembra invece piuttosto influenzata dalla diffusione, molto più ampia, del sost. sprazzo (che non si può ritenere con certezza un deverbale di sprazzare): il gallo ... scoteva la cresta sanguigna, sprazzando luce da tutte le penne dai colori cangianti (Pirandello); il viale dell’Opera è inondato dalla luce elettrica, che sprazza da globi, di cui attraversa la crosta latiginosa (Faldella); e in senso fig.: un sogno strano e violento, in cui tuttavia sprazzavano visioni liete (Pirandello).