spontaneismo
s. m. [der. di spontaneo]. – Propr., carattere di ciò che è spontaneo. In partic., nel linguaggio politico e sindacale del primo Novecento, la concezione e la prassi rivoluzionaria che afferma la priorità delle forme di lotta emergenti spontaneamente dalle masse rispetto alle direttive dei partiti e dei sindacati, ritenuti incapaci, in quanto organizzazioni burocratiche e centralizzate, di interpretare e dirigere efficacemente le spinte provenienti dalle classi lavoratrici e popolari; originariamente usato in senso polemico da Lenin per indicare una corrente del partito socialdemocratico russo, dopo la rivoluzione d’ottobre il termine è stato riferito a formazioni e movimenti che, partendo da varie posizioni ideologiche, hanno inteso contrapporsi al processo di istituzionalizzazione e burocratizzazione sia dei partiti comunisti del blocco sovietico sia, spec. a partire dagli anni Sessanta, di quelli europei: lo s. dei gruppi socialdemocratici russi del primo Novecento; la condanna leninista dello s.; lo s. dei movimenti studenteschi del 1968, di alcune formazioni della sinistra extraparlamentare.