splitting
s. m. inv. Nelle competizioni elettorali, voto disgiunto. ♦ Ciò che conta è il secondo voto, soltanto da esso dipende la suddivisione dei seggi nel Parlamento di Bonn. Ma, e lo si è scoperto soltanto ieri con grande allarme e sgomento dei partiti politici, la maggior parte degli elettori non sembra avere la minima cognizione del valore del proprio voto. Un sondaggio demoscopico ha rivelato che il 79 per cento dei cittadini ignora l'esistenza dei due voti, e che il 55 per cento di essi ritiene che il voto determinante sia il primo. Nonostante questa inattesa ignoranza degli elettori, il partito liberale ritiene che la operazione di «splitting» dei voti (il primo al candidato socialdemocratico, il secondo al partito liberale) propagandata «per salvare Willy Brandt», avrà successo. (Tito Sansa, Stampa, 19 novembre 1972, Prima pagina) • Non c'è possibilità di splitting, né vi sono preferenze (restano i collegi uninominali proporzionali). Con un unico voto si dà quindi il consenso ad un candidato consigliere provinciale e ad un candidato presidente. (Corriere della sera, 5 giugno 1993, p. 5, In primo piano) • "Penso che le persone che vogliono praticarlo, lo fanno con un gesto personale, peraltro di grande intelligenza e conforme alle loro idee". Franco Giordano segretario del Prc, commenta così lo splitting, il voto disgiunto che in questi giorni alimenta molto il dibattito pre-elettorale a Bologna e in Emilia-Romagna, dopo che il politologo Gianfranco Pasquino e l'europarlamentare ex Ds Mauro Zani hanno detto di voler votare per il Pd alla Camera e per la Sinistra Arcobaleno al Senato, facendo insorgere il Pd. (Dire.it, 2 aprile 2008, Elezioni) • "A questo punto credo che il ricorso al Tar sia inevitabile – dice Manes Bernardini di Insieme Bologna, che ha sollevato il caso dei ‘verbali pazzi’ –. Mi consulterò con l’avvocato poi decideremo". Tutti questi problemi sono probabilmente dovuti a due fattori: lo spoglio fatto nel cuore della notte e lo splitting, cioè il voto disgiunto. Molti seggi sono infatti andati nel pallone. Anche se gli errori non sono probabilmente così generalizzati come rilevato da Bernardini sabato scorso, al primo esame dei verbali. Nel dato dei voti totali al candidato, infatti, era ricompreso il voto disgiunto. (Gilberto Dondi, Resto del Carlino.it, 14 giugno 2016, Bologna) • Veleni e sospetti nel centrodestra. A ventiquattrore dal voto decisivo per l'Emilia- Romagna, circolano voci sulle tentazioni di voto disgiunto dei moderati di Forza Italia. L'opzione di votare il partito di Berlusconi e contemporaneamente il governatore uscente - il cosiddetto "splitting" elettorale - sarebbe stata illustrata in alcuni banchetti di Forza Italia. (Silvia Bignami, Repubblica.it, 24 gennaio 2020, Elezioni regionali 2020).
Dall’ingl. splitting, a sua volta derivato dal v. (to) split (‘dividere, frazionare’).