spiga
(ant. o poet. spica) s. f. [lat. spīca, propr. «punta», poi «spiga»]. – 1. a. In botanica, infiorescenza racemosa semplice con fiori sessili, cioè non peduncolati, come per es. nella verbena; quando i fiori di una spiga vengono sostituiti da spighe di ordine uguale o superiore a 2, l’infiorescenza così formata è detta s. composta, come per es. nel frumento. Dalla spiga tipica si possono considerare derivate altre infiorescenze racemose, caratterizzate da fiori unisessuali poco appariscenti, quali l’amento, spesso pendulo e con asse flessuoso, e lo spadice, formato da un asse più o meno ingrossato, come per es. nel gigaro. Nel linguaggio com. spiga è usato genericam. per qualsiasi infiorescenza, sia semplice sia composta: una s. (o pannocchia) di granturco; una s. d’orzo, d’avena; in partic., anche quando non sia determinata, si intende quella del frumento: il grano ha già messo le s.; a giugno le s. biondeggiano sui campi; separare la paglia dalle s.; cogliere una s.; s. piena, vuota, granita, magra, matura; prov., una s. non fa manna. b. fig., letter. Frutto, conseguenza: Se non mi credi, pon mente a la spiga, Ch’ogn’erba si conosce per lo seme (Dante). 2. Com. la locuz. agg. e anche avv. a spiga, a forma di spiga, con una forma somigliante a quella di una spiga di grano: tessuto a s. (o a spina di pesce), spigato; pavimento a s., fatto con mattoni disposti in senso longitudinale e divergenti obliquamente in modo simmetrico rispetto a un asse centrale. 3. estens. Oggetto, elemento che assomiglia a una spiga di grano. In partic., nel mantello del cavallo, insieme di peli (detto anche remolino o ritrosa) che, in alcune parti del corpo, prendono una direzione opposta a quella normale, formando disegni varî: la spiga situata nelle parti laterali del collo prende il nome di spada romana. ◆ Dim. spighétta, con accezioni proprie (v. la voce).