spicciare [dal fr. ant. despeechier, lat. tardo dispedicare] (io spìccio, ecc.). - ■ v. tr. 1. a. [portare a termine con sveltezza: s. un lavoro, un incarico] ≈ sbrigare. b. (region.) [portare ordine in una stanza: s. le camere da letto, la cucina] ≈ mettere in ordine, rassettare, riordinare, ripulire, sgomberare, (fam.) sistemare. 2. [con riferimento a persona, farle o fornirle quello per cui era venuta o era stata trattenuta (spec. in uffici o negozi): guardi di spicciarmi, ho fretta] ≈ sbrigare. 3. (region.) [eseguire il cambio di denaro in moneta spicciola: può spicciarmi questi 5 euro, che dovrei telefonare?] ≈ cambiare, (non com.) spicciolare. 4. (non com.) [venire fuori da una fonte, detto di liquidi] ≈ (lett.) pullulare, scaturire, sgorgare, sprizzare, zampillare. ■ spicciarsi v. intr. pron., fam. [assol., darsi fretta: spìcciati, è tardi] ≈ affrettarsi, (roman.) darsi una mossa, fare presto, (fam.) muoversi, sbrigarsi. ↔ andare (o tirare) in lungo (o per le lunghe), attardarsi, indugiare, perdere tempo, (fam.) prendersela comoda.