spetrare
v. tr. [der. di pietra, col pref. s- (nel sign. 4)] (io spètro, ecc.), ant. o letter. – 1. Far perdere la propria durezza; per lo più in senso fig., rendere più comprensivo e mite, intenerire, commuovere: i duri cor penètra Soavemente, e gli ammollisce e spetra (T. Tasso); la sventura avea spetrato quel cuore di madre (Capuana). 2. Con la particella pron., diventare meno duro e spietato; perdere l’atteggiamento di fissità e di insensibilità in precedenza assunto: Figlio, ti spetri? Il tuo dolore è sciolto? (D’Annunzio); raro e poet., con valore rifl., liberarsi, disincantarsi: E con quanta fatica oggi mi spetro de l’errore, ov’io stesso m’era involto (Petrarca).