spartire
v. tr. [der. di partire «dividere», col pref. s- (nel sign. 6)] (io spartisco, tu spartisci, ecc.). – 1. Dividere, e spec. dividere in parti, per distribuirle: s. la preda, il bottino; s. il patrimonio tra i figli; s. il guadagno; con la particella pron. in funzione di compl. di termine, spartirsi qualche cosa, dividerla con una o più altre persone. Com. l’espressione fig. non avere nulla da s. con uno, non aver nulla in comune, non avere e non volere avere con esso alcun rapporto: la cosa era come tra due potentati, i quali non abbiano nulla da s. tra loro (Manzoni). 2. tosc. S. una parola, scambiare poche parole con qualcuno, chiacchierare: i vecchi Spartendo tra due passi una parola (Pascoli). ◆ Part. pass. spartito, anche come agg., diviso: eredità spartita; capelli spartiti a mezzo; i neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte (Manzoni); per l’uso come s. m., v. la voce.