sparso
agg. [part. pass. di spargere]. – 1. a. Messo, collocato, o che comunque si trova qua e là: riordinare le schede s. sulla scrivania; case s. sulla collina; agenti di polizia s. un po’ dappertutto; le colonie de’ Fenici sparse per gli lidi del Mediterraneo (Vico); le croci Sparse per la funerea campagna (Foscolo). b. Non riunito, non ordinato organicamente: Voi ch’ascoltate in rime s. il suono Di quei sospiri ond’io nudriva ’l core (Petrarca); avere i capelli s. sulle spalle, sciolti, non raccolti (con costruzione poetica: Sparsa le trecce morbide Sull’affannoso petto, Manzoni). c. letter. Cosparso: colline ridenti s. di case; avanti giorno, le strade eran di nuovo s. di crocchi (Manzoni); E di lacrime sparso ambe le guance (Leopardi); soffuso: aveva il viso s. di rossore. 2. Nel linguaggio milit., ordine s., formazione che assume un reparto a contatto con il nemico, per cui i singoli soldati o gruppi di soldati si dispongono a distanze e intervalli irregolari, evitando, per essere meno vulnerabili dal tiro nemico, di concentrarsi e di formare delle file o delle linee: avanzare, procedere, attaccare in ordine sparso. Per estens., anche di altri gruppi di persone che avanzano o si dispongono volutamente o casualmente in modo disordinato, a distanze irregolari l’una dall’altra. 3. In botanica, sinon. di alterno.