sparpagliare
v. tr. [etimo incerto: forse dal lat. volg. *disparpallare (cfr. dispare pallare «disperdere», documentato nel Satyricon di Petronio, ma di formazione non chiara), o dall’incrocio di spargere con spagliare] (io sparpàglio, ecc.). – 1. Spargere, gettare qua e là senza un ordine particolare: s. le carte sul tavolo; il vento ha sparpagliato i giornali; anche come intr. pron.: le ciliegie, cadendo, si sparpagliarono sul pavimento; un nuvolo di primoline bianche si levò nell’aria e si sparpagliò qua e là (D’Annunzio). 2. Di persone e animali, mandare in direzioni e punti diversi: la polizia ha sparpagliato agenti in borghese per la città; il guardiano sparpagliò i cani dietro al ladro; come intr. pron.: gli animali incustoditi si sparpagliarono nei boschi; al segnale di riposo, i ragazzi si sparpagliarono nel cortile; la brigata si sparpagliò, andando ognuno a casa sua (Manzoni); la guarnigione si sparpagliò a porre la fortezza in istato di difesa (I. Nievo).