sparare2
sparare2 v. tr. e intr. [per sviluppo semantico dal verbo prec.] (come intr., aus. avere). – 1. a. Azionare un’arma da fuoco, facendo esplodere e partire uno o più colpi: s. con la rivoltella, col fucile, con il mitra (non com. s. la rivoltella, il fucile, il mitra); s. un colpo, due colpi di pistola, di fucile, ecc.; s. un colpo di cannone; anche, s. una revolverata, una fucilata, una schioppettata, una cannonata; s. una scarica di mitra. Con uso intr. o assol., sapere, non saper s.; s. bene, male; avere, non avere il coraggio di s.; s. al petto, alla testa, alle gambe (dove si può sottintendere mirando); s. a uno o contro uno; s. all’impazzata, s. sulla folla; s. a bruciapelo; s. alla lepre, al cinghiale; s. a palle, a pallettoni; s. a salva o a salve (v. salva1); per la locuz. s. a zero, in balistica, v. zero, n. 1 c. Con valore rifl. (ma con la particella pron. in funzione di compl. di termine), spararsi, sparare a sé stesso: pulendo l’arma, si è sparato accidentalmente; ma anche intenzionalmente, per togliersi la vita: si è ucciso sparandosi un colpo di rivoltella; si è sparato alla tempia; piuttosto che affrontare lo scandalo si è sparato. Nell’uso region. (soprattutto merid.), con il compl. oggetto della persona o dell’animale cui è diretto il colpo: ha sparato la moglie per gelosia; s. il cinghiale, le anatre selvatiche; per non veder soffrire il cane ferito l’ha sparato; anche nel passivo: il cacciatore col fucile, l’uccello in attesa di essere sparato (Silone). b. Può avere come soggetto l’arma stessa, indicandone, per es., l’effettivo funzionamento (premette il grilletto ma la pistola s’era inceppata e non sparò), o il tipo di proiettili (un fucile da caccia che spara cartucce a pallini), o la frequenza dei colpi (fucile automatico che può s. con la cadenza di 400 colpi al minuto), o altre caratteristiche. 2. a. estens. Tirare con violenza, spec. calci, con riferimento a quadrupedi: quel mulo è pericoloso, spara dei calci terribili; e con uso più ampio, riferito a persone: lo tenevano per le braccia, ma lui continuava a s. calci; anche con altri complementi: m’ha sparato un pugno nello stomaco che per poco non me lo sfondava; la mezzala avversaria ha sparato il pallone in rete, o assol. ha sparato in rete. Attaccare con violenza, spec. nella locuz. giornalistica s. nel mucchio, fare affermazioni o insinuazioni polemiche generiche a proposito di un insieme di persone (per es., un partito politico, i dirigenti di un’impresa, ecc.) al fine di provocarne la reazione e di riuscire a colpire qualcuno dei suoi membri. b. Nel linguaggio marin., aprire, mollare di scatto un collegamento, una chiusura congegnati in modo che l’apertura possa avvenire di colpo quando sono in forza (tali le bozze delle ancore, le boline, ecc.). c. Nel linguaggio della fotografia e della televisione, con uso assol., detto di soggetto che, nella ripresa, dà luogo ad abbagliamento: i colori chiari, le cravatte di seta sparano. Anche con uso più generico, riferendosi a contrasti cromatici troppo vivaci: con la giacca nera una camicia bianca spara troppo, meglio l’avorio. 3. fig. Dire cose inverosimili o esagerate (e s’intende, per lo più, con una certa sfacciataggine): s. balle, fandonie; in quel negozio ti sparano certi prezzi!; e con il pron. la indeterminato: è uno che le spara grosse. ◆ Part. pass. sparato, con valore verbale: le cartucce sparate; i colpi sparati; nell’uso fam. andare, arrivare, partire e sim. sparato, a forte velocità, riferito soprattutto al guidatore di un mezzo di trasporto: è partito sparato e non l’ho più visto; a questo incrocio arrivano sempre sparati; ha preso il motorino, e via sparata per la discesa; per estens., con grande rapidità e risolutezza: ha risposto sparato alle domande del professore; è venuta dritta sparata a raccontarmi il fatto. Con riferimento al sign. 2 c del verbo, una fotografia, una ripresa sparata, che presenta dei riflessi accecanti.