spanciare
v. tr. e intr. [der. di pancia, col pref. s- (rispettivam., nel sign. 4 per l’uso tr., nel sign. 5 per l’intr. e l’intr. pron.)] (io spàncio, ecc.). – 1. tr., non com. Sventrare, sbudellare; quasi sempre in tono scherz.: gli ha dato un pugno da spanciarlo; com. con la particella pron., nell’espressione fig. spanciarsi dalle risate, ridere a crepapelle. 2. intr. (aus. avere) a. Cadere di piatto nel tuffarsi, in modo da battere la pancia sull’acqua. b. Nel gergo aeron., perdere improvvisamente quota durante una cabrata, scendendo in verticale: l’aereo ha spanciato. 3. intr. pron. a. Presentare uno spancio: il muro, o l’intonaco, s’è spanciato; l’affresco si sta spanciando. b. estens., non com. Espandersi, allargarsi: i quartieri nuovi si spanciano intorno come da una cintura che si slaccia (I. Calvino). ◆ Part. pass. spanciato, anche come agg., relativamente al sign. 3 a del verbo: muro, intonaco, affresco spanciato.