spaccapoli
(spacca-poli), agg. inv. Che minaccia la coesione politica dei due opposti schieramenti parlamentari. ◆ È sempre più un referendum «spaccapoli». La consultazione popolare che vuole abolire la quota proporzionale continua a far vacillare centrodestra e centrosinistra. (Enrico Caiano, Corriere della sera, 5 febbraio 1999, p. 11, Politica) • Dopo decenni di battaglie di principio come la fame nel mondo o il tribunale penale internazionale, di mobilitazioni alte e nobili per difendere i diritti civili o per affermare il sistema elettorale maggioritario, di scelte spacca-Poli sull’onda dell’anti-proibizionismo e dell’anti-pacifismo, adesso gli infaticabili rinnovatori e provocatori scommettono anche sul pragmatismo del giorno per giorno. (Foglio, 18 settembre 1999, p. 3) • oltre all’annunciata disponibilità da parte dell’ex deputato regionale Calogero Micciché, all’ombra dei Templi si registra per ora solo la sortita spacca-poli di Giuseppe Arnone, dirigente di Legambiente ed esponente storico dell’opposizione politica agrigentina che è passato alla Margherita e che propone una giunta di salute pubblica. (Emanuele Lauria, Repubblica, 6 gennaio 2007, Palermo, p. IV).
Composto dal v. tr. spaccare e dal s. m. polo.
V. anche antipoli.