sottrarre
(ant. sottràggere) v. tr. [lat. subtrahĕre «trarre di sotto», comp. di sub «sotto» e trahĕre «trarre»] (coniug. come trarre). – 1. a. Portare via, togliere, e in partic. togliere al contatto, agli sguardi, o anche salvare da un pericolo e sim.: s. alla vista altrui, agli occhi dei curiosi; candido rivo ... al mio Lubrico piè le flessuose linfe Disdegnando sottragge (Leopardi); s. uno a (o da) un pericolo; s. alla morte, alla distruzione; Se il già canuto intendi Capo sottrarre a più fatal periglio (Parini). Nel rifl., sfuggire, riuscire a evitare: sottrarsi alle ire della folla; sottrarsi a un pericolo, a un compito ingrato, a una responsabilità; non vorrai sottrarti al tuo dovere. b. Portare via con l’astuzia o con l’inganno quanto appartiene ad altri: mi ha sottratto, a poco per volta, più di mille euro; fa di tutto per prendersi lui tutto il merito, e sottrarlo ai suoi colleghi. 2. In matematica, s. un numero da un altro, eseguire l’operazione della sottrazione, per trovare la differenza tra i due numeri; con sign. analogo in altri contesti: s. un vettore da un altro, una funzione da un’altra, ecc. (v. sottrazione). 3. ant. Allettare, sedurre.