sostantivo
agg. e s. m. [dal lat. substantivus, agg., «che può stare da sé, autonomo» (der. di substare; v. sostanza)]. – 1. In grammatica e in linguistica, nome s., e più com. sostantivo s. m., parte del discorso che indica una singola persona, un singolo animale o una singola cosa, o una classe di persone, animali o cose. Nella grammatica greco-latina, il sostantivo non formava una parte del discorso autonoma, ma costituiva, insieme all’aggettivo, il nome (v.), all’interno del quale si distinguevano le categorie della sostanza, cioè il sostantivo, e della qualità, cioè l’aggettivo. Solo nel medioevo il sostantivo fu considerato una parte del discorso autonoma dall’aggettivo, ma il termine generico di nome è sopravvissuto a lungo e ancora è frequente nell’uso comune ed è inoltre il solo termine usato anche in grammatica per indicare le due grandi classi dei nomi comuni e dei nomi proprî, in cui appunto si divide tradizionalmente il nome. Il sostantivo, nelle lingue indoeuropee, è una parte del discorso variabile, e partecipa con l’aggettivo, e in parte anche con i pronomi, alla flessione nominale o declinazione, che ne distingue il caso, il genere e il numero. 2. Coloranti s. (o assol. i sostantivi), classe di coloranti capaci di tingere direttamente, senza mordenzatura (perciò chiamati anche coloranti diretti), fibre naturali animali o vegetali e fibre sintetiche. Per estens., sono dette sostantive anche le fibre tessili che vengono tinte senza aggiunta di mordenti. 3. Per il diritto penale s., v. sostanziale, nel sign. b.