sorveglianza digitale
loc. s.le f. Il controllo mirato e sistematico dei dati personali, effettuato attraverso sistemi di monitoraggio dei dispositivi telematici, compresi gli smartphone, e il rilevamento delle tracce che si lasciano in Internet. ♦ I colossi del Web sapevano tutto. Erano al corrente dell’esistenza del programma di sorveglianza digitale Prism, il primo a essere rivelato dall’ex informatico Edward Snowden all’opinione pubblica mondiale lo scorso giugno. L’unica cosa che ignoravano era il nome con cui il sistema era stato battezzato. Dopo mesi di smentite, poi diventate mezze ammissioni, ma soprattutto di reazioni stizzite alla violazione della privacy dei propri utenti, sono proprio Google, Microsoft, Yahoo! e gli altri giganti di internet a finire nell’angolo. (Simone Cosimi, Repubblica.it, 30 marzo 2014, Tecnologia) • Codice rosso come emergenza, codice nero come violenza. Il documentario Black Code, Canada 2016, inedito in Italia, viene al momento proiettato in paesi di lingua anglofona, la prima a New York avverrà il 14 giugno all’interno dello Human Rights Watch Film Festival. Black Code segue casi di censura con conseguenze mortali in diversi paesi, esplora il potere della rete mostrando come la sorveglianza digitale possa avere effetti distruttivi in particolare sui diritti civili e sugli attivisti. (Daniele Salvini, Manifesto.it, 14 giugno 2017, Cultura) • [occhiello] La battaglia antivirus [tit.] Scatta la sorveglianza digitale [sommario] Spostamenti controllati con le celle dei telefoni. Il metrò anticipa per evitare la folla. Circola il 40% dei lombardi. (Corriere della sera, 18 marzo 2020, Lombardia, p.1).
Dall’ingl. digital surveillance. Sorveglianza digitale è già attestato nella rivista «Aut Aut» del gennaio-aprile 1999, n° 289-290, p. 70.