sonaglio
sonàglio s. m. [dal provenz. ant. sonalh, che continua un lat. volg. *sonacŭlum, der. di sonare «suonare»]. – 1. Piccola sfera cava di metallo con uno stretto intaglio terminante ai due estremi in due fori circolari, nella quale è racchiusa una pallina di ferro che, agitata nel movimento, sbatte contro le pareti dando un suono argentino, ripetuto e irregolare; può essere usato sia attaccato al collo di animali domestici perché il suono ne segnali la presenza e la posizione, sia fissato a un corto manico, così da poterlo agitare senza smorzarne il suono, per divertire i bambini (e in questo caso viene realizzato spesso in materiale plastico colorato dalle forme più svariate), sia attaccato in varî esemplari a tamburelli, bastoncini, cinghie di cuoio e altri oggetti per fare, agitandoli, un suono festoso, spesso anche come accompagnamento musicale. 2. In zoologia, serpente a sonagli, nome di alcune specie di serpenti crotalidi (v. serpente). 3. ant. a. Bolla d’aria di forma sferica che si forma nell’acqua o in altri liquidi agitati o smossi, o anche in ebollizione: veniva quest’acqua da una fontana ... sempre di sonagli ripiena (Firenzuola); Fa già l’acqua [nella pentola] qualche sonaglio (Pascoli); per estens., bolla d’aria che resta nel vetro: vetro cristallino nettissimo, cioè che non abbia sonagli né vesciche (Cellini). b. Gioco non precisato, spesso considerato simile alla mosca cieca: Sì ch’io ho fatto con altro battaglio A mosca cieca o talvolta a sonaglio (Pulci); quivi a strano giuoco di sonaglio ... con tanta forza mena, ... (Ariosto). ◆ Dim. sonagliétto, sonaglino (v.); vezz. sonagliùccio, ant. sonagliuzzo.