sollecito1
sollécito1 (ant. sollìcito, solìcito) agg. [dal lat. sollicĭtus, propr. «agitato, pieno di affanni», comp. di sollus «tutto» e citus «agitato, mosso» (part. pass. di ciere «agitare»)]. – 1. letter. Che si dà cura, che si preoccupa di una persona o di una cosa: tu della mia salute se’ sollecito (Boccaccio); gli antichi, molto più solleciti, accorti e industriosi di noi, circa a ogni sorta di godimento possibile alla natura umana (Leopardi); genitori s. dell’educazione dei figli; essere s. del proprio buon nome, del proprio onore; pastore s. del suo gregge. Più genericam., essere s. di qualche cosa, curarsene, preoccuparsene: Tal de’ fati è il voler, né de’ tuoi sdegni Sollecito son io (V. Monti). 2. estens. a. Di persona, che compie il proprio lavoro o affronta i proprî impegni con diligente prontezza: un impiegato s., un artigiano poco s. nella consegna dei lavori; è un cameriere abbastanza s. nel servire; per estens., di uffici, enti e sim.: una sezione s. nel disbrigo delle pratiche. Anche, rapido, pronto: è accorso s. al nostro richiamo; Molti rifiutan lo comune incarco; Ma il popol tuo solicito risponde Sanza chiamare, e grida: «I’ mi sobbarco!» (Dante). b. Di cosa, azione, prestazione, ecc., fatta con prontezza, con diligenza, con premura: dare, ricevere, attendere una s. risposta; pretendere una s. smentita; deve la sua guarigione alle s. cure dei medici. c. letter. Di pianta, che cresce, che matura presto: c’è chi semina i biondi Solleciti grani (Pascoli). ◆ Avv. sollecitaménte, con prontezza: rispondere sollecitamente; provvedere, intervenire sollecitamente; con cura diligente e premurosa: assistere sollecitamente un malato.