solito
sòlito agg. e s. m. [lat. sŏlĭtus, part. pass. di solere «essere solito»]. – 1. agg. a. Che non è diverso dalle altre volte, che è lo stesso di sempre; abituale, consueto: trovarsi, vedersi all’ora s., al s. posto; i s. discorsi, le s. frasi; fare la s. vita; è il s. tran tran; è sempre la s. roba, la s. storia; spesso sostantivato al femm., di norma al plur.: siamo alle s.!, per indicare il frequente ripetersi di fatti e situazioni; ne ha fatta un’altra delle s.!, ha commesso un’altra marachella, un altro danno, un’altra delle cattive azioni che è abituato a fare. Con riferimento a persone, non differisce, in genere, da lo stesso, gli stessi, ecc.: al bar, c’erano i s. clienti; alle conferenze intervengono sempre le s. signore (o si vedono sempre le s. facce); il cameriere è ancora quello s.; in partic., i s. ignoti, gli autori di un furto, di una rapina o sim., in quanto rimangono per lo più sconosciuti, e come tali vengono perciò definiti dai giornali (la locuz. ha infatti origine giornalistica, ma deve la sua diffusione soprattutto al titolo di un noto film del regista M. Monicelli, del 1958). Riferendosi non alla persona in sé, ma alle sue qualità e abitudini, si vuole significare che essa non cambia o non è cambiata, che mantiene inalterate le sue caratteristiche positive o negative: sei il s. bugiardo, la s. chiacchierona; anche sostantivato: sei sempre il s., la solita. b. Essere solito, riferito a persona, avere l’abitudine, essere consueto, avvezzo; sostituisce in genere le varie forme del verbo solere (di uso raro, spec. nella lingua fam. e nell’uso parlato), ed è di norma seguito da un infinito, sia direttamente: non sono s. far tardi, la sera; siamo soliti passare il Natale con i nostri genitori; sia, più raram., con la prep. di: è s. di dire, di fare. 2. s. m. Abitudine, consuetudine: come il s. (o come al s.), non vuoi riconoscere il tuo torto; secondo il mio s. mi sono alzato molto presto; stasera ho mangiato più del s., oltre il s.; mi pare che oggi faccia più freddo del s.; contro il suo s. è stato puntuale. Con uso assol., il solito, ciò che si beve, si mangia e, in genere, si consuma abitualmente: «Signore, che cosa beve?» «Il solito»; «Cameriere, il solito, per favore!»; «Che cosa desidera per cena?» «Il solito». Come locuz. avv., di s., per s., abitualmente, per lo più: di s. non fa mai tardi; per s. è in orario; al s., come sempre, come d’abitudine: al s., hai voluto fare di testa tua; ant. o letter. per il s.: don Rodrigo entrò, quel giorno, in una casa, dove andava, per il solito, molta gente (Manzoni). ◆ Avv. solitaménte, di solito, abitualmente: solitamente non bevo vino.