solfuro
s. m. [der. di solfo, col suff. -uro2]. – 1. In chimica inorganica, derivato neutro o acido (in quest’ultimo caso detto anche solfidrato) dell’acido solfidrico, ottenuto per sostituzione, rispettivamente, di entrambi o di uno solo degli atomi di idrogeno con atomi di metalli; molti solfuri si rinvengono in natura come importanti minerali (blenda, galena, cinabro, ecc.), altri si preparano artificialmente. S. di cadmio, composto, particolarmente sensibile alla luce, con cui vengono fabbricate le fotocellule di molti esposimetri fotografici: esposimetri al CdS (sigla chimica ingl. del solfuro di cadmio). 2. In chimica organica, nome generico dei composti di formula RSR′, dove R e R′ indicano radicali alifatici, aromatici o eterociclici, fra loro uguali o diversi; denominati dai radicali contenuti (per es., dimetilsolfuro da dimetil-), alcuni solfuri si rinvengono in natura fra i composti solforati presenti nei petrolî, altri entrano nella costituzione di certe proteine (cistina), altri, prodotti artificialmente, si usano come catalizzatori in reazioni di polimerizzazione, nella vulcanizzazione della gomma, come antiossidanti, come additivi per lubrificanti e carburanti, come tensioattivi, ecc.