socializzazione
socialiżżazióne s. f. [der. di socializzare]. – 1. Nel linguaggio econ., genericam., processo per cui si attua la trasformazione da privata in pubblica della proprietà e della gestione delle imprese; in tal senso il termine è spesso usato come sinon. di nazionalizzazione e di statalizzazione, che però hanno anche sign. diversi e specifici. Più propriam., l’assunzione da parte dello stato della proprietà dei mezzi di produzione delle imprese e il trasferimento della gestione delle stesse a organismi autonomi, in cui sono ugualmente rappresentati i lavoratori delle imprese, i consumatori e lo stato. In origine la socializzazione, concepita in modo esteso e integrale, è stata teorizzata (ma mai attuata) nell’ambito del socialismo marxista, che l’ha considerata un mezzo adatto a preparare il passaggio dalla società capitalistica a una società socialista. 2. a. L’azione e l’operazione di inserire o reinserire particolari categorie, e anche il fatto del loro inserirsi, nella vita e nel tessuto sociale normale: la s. della popolazione più anziana; la s. degli handicappati. b. In pedagogia, realizzazione di un giusto equilibrio tra ogni singolo soggetto e il gruppo cui appartiene, come acquisizione (non imposta in base a modelli ritenuti validi, ma libera e cosciente) da parte di ciascun individuo della consapevolezza dei diritti e dei doveri di convivenza all’interno del gruppo stesso: promuovere la s. in una classe scolastica sperimentale, in una collettività di giovani disadattati. c. In psicologia, il processo per cui l’individuo in età evolutiva, attraverso l’insegnamento e l’addestramento forniti dal contesto sociale, modella il proprio comportamento e le proprie caratteristiche, conformandoli alle norme e ai valori del gruppo sociale in cui si inserisce: s. primaria, propria della primissima infanzia; s. secondaria, propria degli adolescenti, o anche di adulti, che si inseriscono in nuovi settori della realtà sociale.