slabbrare
v. tr. e intr. [der. di labbro, col pref. s- (nel sign. 4)]. – 1. tr. Aprire, rompere, lacerare ai labbri, agli orli: ha urtato il bicchiere con la bottiglia e l’ha slabbrato; come intr. pron.: ha fatto uno sforzo e la ferita si è slabbrata. 2. intr. (aus. avere), non com. Uscire fuori dai labbri, dall’orlo; traboccare: la minestra slabbra dalla pentola. ◆ Part. pres. slabbrante, raro, anche come agg., che si apre, che si lacera ai labbri: sangue che usciva fuori dalla ferita slabbrante (D’Annunzio). ◆ Part. pass. slabbrato, anche come agg., con l’orlo o con il margine rotto: versò il caffè nella tazza slabbrata, soffiandovi su per farlo raffreddare (Deledda); trasse lo squadro dalla tasca slabbrata, socchiuse l’occhio sinistro e aguzzando l’altro guardò nel mirino (Jovine).