siringa1
siringa1 s. f. [dal lat. tardo syringa «zampogna; cannuccia per iniettare liquidi», lat. class. syrinx -ingis, gr. σῦριγξ σύριγγος]. – 1. Strumento musicale a fiato, in uso spec. presso le popolazioni pastorali dell’antica Grecia; era costituito da una canna, con uno o più fori (per cui è da assimilarsi allo zufolo), o da più canne (originariamente sei o sette, in età ellenistica anche in numero maggiore), tenute insieme mediante cera, cordicelle e sim., con imboccature allo stesso livello ma diverse per lunghezza, intonate secondo la serie del genere diatonico. S. di Pan, lo stesso che flauto di Pan (v. flauto, n. 2). 2. Per analogia: a. Sinon., oggi non più in uso, di catetere vescicale. b. Strumento di materiale vario (vetro, plastica, metallo), costituito da un cilindro graduato cavo, avente un’estremità aperta attraverso la quale si muove uno stantuffo a perfetta tenuta, e munito all’altra estremità di un becco su cui si innesta un ago cavo (propriam. s. di Pravaz, dal nome del suo inventore, il chirurgo e ortopedico fr. Ch.-G. Pravaz 〈pravà〉, 1791-1853); è usato soprattutto per iniettare medicamenti, ma anche per altri numerosissimi scopi (per es., prelievi di sangue e di altri liquidi organici, detersione delle ferite, aspirazione di raccolte ematiche, sierose e purulente situate in profondità nei tessuti, lavaggio di cavità con sostanze antisettiche, aspirazione di frammenti di tessuti di organi profondi a scopo di biopsia). c. Arnese di vetro, di metallo o di plastica simile alla siringa per iniezioni, con una delle estremità ristretta in un’apertura di forma circolare o stellare, usato in cucina e in pasticceria per introdurre panna, cioccolato o creme in dolci, paste e pasticcini, o per eseguire decorazioni con panna montata, creme e salse semiliquide su torte, tartine e vivande varie. d. Nella tecnica, ingrassatore a pompa, costituito da una grossa siringa metallica con la quale si spinge il grasso negli organi di macchine.