sirena1
sirèna1 (ant. serèna) s. f. [dal lat. tardo Sirena, lat. class. Siren -ēnis, gr. Σειρήν -ῆνος]. – 1. Essere favoloso della mitologia classica, rappresentato in forma di giovane donna nella parte superiore del corpo, talvolta con ali di uccello e, più tardi (dal sec. 12°), di pesce o di uccello nella parte inferiore, che emergeva dalle acque del mare e, con la sua bellezza e il canto dolcissimo, incantava i naviganti facendoli naufragare e perire nei flutti: Solevon già col canto le Serene far annegar nel mar e navicanti (Poliziano); truova Ulisse a’ lidi del mare ... le Sirene, che con la melodia del canto allettano i passeggieri e gli uccidono (Vico). Per estens., donna dotata di un fascino pericoloso, capace di allettare, sedurre, ammaliare: è proprio una s.; voce di s., canto di (o da) sirena, di un’affascinante, seducente dolcezza. 2. In araldica, figura chimerica consistente in genere in una donna nuda con coda di pesce al posto delle gambe (talvolta con due code che rivolge con le mani verso l’alto), che tiene uno specchio ovale nella mano destra e un pettine nella sinistra; raramente presente nell’arme, è più frequente come cimiero o tenente dello scudo. ◆ Dim. sirenétta, anche come vezzeggiativo di giovane donna graziosa e attraente, ma soprattutto noto come nome della statua in bronzo, rappresentante appunto una giovane sirena, opera dello scultore E. Ericksen (1913) che, ispirata da una fiaba di Andersen, è collocata ai bordi del porto della città di Copenaghen, della quale è diventata in certo modo il simbolo; dim. ant. serenèlla: E ’l bel cantare m’ha conquiso e morto A simiglianza de la serenella Che uccide ’l marinar col suo bel canto (Il mare amoroso, poemetto adespota duecentesco).