sintetizzatore
sintetiżżatóre agg. e s. m.[der. di sintetizzare]. – 1. (f. -trice) Che, o chi sintetizza: opera, attività, funzione s.; un abile, un esperto sintetizzatore. 2. s. m. Nella tecnica, dispositivo o impianto in cui si realizza una sintesi (elettronica, chimica, ecc.): s. armonico, dispositivo che realizza una sintesi armonica; s. di frequenza, o semplicem. sintetizzatore, generatore di segnali sinusoidali di frequenza variabile: in partic., s. analogico, dispositivo che opera a partire da un oscillatore a frequenza fissa, attraverso moltiplicatori o divisori di frequenza; s. digitale, o s. PLL (sigla dell’ingl. phase locked loop «anello ad aggancio di fase»), di elevata stabilità e definizione, basato sul controllo dell’oscillatore tramite un circuito di retroazione che confronta la frequenza ottenuta con una frequenza di riferimento, di solito quella di un oscillatore a quarzo (per cui si parla anche di s. a quarzo); s. di voce, sistema di sintesi della voce umana che, utilizzando un numero limitato di elementi preregistrati privi di accenti e di espressioni, consente di comunicare attraverso segnali vocali tra una macchina (in genere un elaboratore elettronico) e una persona (o viceversa); viene impiegato, per es., dalle società telefoniche per dare informazioni agli utenti tramite un calcolatore che individua il messaggio vocale corrispondente al testo scritto registrato nella sua memoria e comanda un’apposita unità di uscita collegata a un trasduttore elettroacustico. b. Strumento musicale elettronico, detto anche moog (dal nome dello statunitense R. Moog, che lo inventò nel 1969), usato ampiamente nella musica pop e in minor misura nel jazz; è costituito da oscillatori che generano svariati suoni di gamma molto ampia (note, timbri di numerosissimi strumenti, rumori, ecc.) e da una tastiera che consente di controllare e di modificare la frequenza d’uscita dei suoni stessi.