sinecura
s. f. [dalla locuz. lat. eccles. sine cura «senza cura (di anime)»]. – 1. ant. Beneficio ecclesiastico senza obbligo di uffizî e di cura spirituale di fedeli. 2. fig. Ufficio, occupazione di scarso impegno e di poca fatica e responsabilità: l’incarico che gli hanno dato è una s.; l’insegnare, per lui, è una s., non lo impegna eccessivamente; la paga non si poteva dire principesca, ma in compenso il servizio era pressoché una sinecura (Buzzati). Poco com. l’uso del plur.: la Corte ... ne aveva fatti degli aspiranti agli impieghi e alle sinecure (Gobetti).