sindacatocrazia
s. f. Potere dei sindacati nel condizionare le scelte politiche. ◆ Ma gli strali non vanno lanciati contro la riforma Dini, bensì contro il connubio di incompetenza e di irresponsabilità che fu stretto negli anni ’60 fra partitocrazia e sindacatocrazia, un connubio che per decenni ha distinto nel peggio l’Italia dal resto del mondo industrializzato. (Giovanni Palladino, Corriere della sera, 8 marzo 1999, Corriere Economia, p. 9) • «Raccoglieremo le firme per 20 nuovi quesiti con questi slogan: “per la liberazione dell’impresa e del lavoro”, “per una giustizia giusta”, “contro il finanziamento pubblico della partitocrazia e della sindacatocrazia”» [Marco Pannella intervistato da Roberto Zuccolini]. (Corriere della sera, 21 aprile 1999, Corriere Economia, p. 9) • La seconda componente perversa riguarda il ruolo della sindacatocrazia. Lo Stato italiano è ormai, in larga misura, uno Stato sindacale, ove tutti i gangli vitali vedono presenti i sindacati con un ruolo strategico. Con il nuovo contratto collettivo dell’alta dirigenza i sindacati mettono le mani su uno dei pochissimi piatti fino ad oggi da loro non controllato. (Angelo Panebianco, Corriere della sera, 26 febbraio 2001, p. 1, Prima pagina).
Composto dal s. m. sindacato con l’aggiunta del confisso -crazia.
Già attestato nella Stampa del 10 ottobre 1993, p. 6 (P[ierluigi] Bat[tista]); presente in un articolo de Il Globo del 25 maggio 1951 e in uno scritto di Luigi Sturzo del 1956.