sindacalismo
s. m. [der. di sindacale2, sul modello del fr. syndicalisme]. – Dottrina e prassi politico-economica, di varia matrice ideologica e culturale, finalizzata all’organizzazione dei lavoratori in sindacato, alla cui azione è affidata la tutela dei diritti e degli interessi comuni del gruppo, della categoria e della classe dei lavoratori (operai e, generalm., lavoratori dipendenti); nato in seno al movimento operaio e affermatosi progressivamente in tutti i paesi sviluppati a partire dalla prima fase della loro industrializzazione moderna, il sindacalismo si è variamente configurato, nelle diverse aree geografiche, sulla base delle differenti situazioni politico-economiche, ma anche in relazione ai rapporti con i partiti politici operai, assumendo caratteri peculiari, sia dal punto di vista organizzativo e strutturale, sia riguardo alla funzione da esso assegnata ai sindacati (spec. trattative contrattuali con i datori di lavoro, ma anche richiesta politica di una legislazione sociale favorevole e, talvolta, di una diretta partecipazione alle scelte di politica economica): per es., tradeunionismo, s. statunitense, s. riformista. In partic., s. rivoluzionario o anarco-sindacalismo, teoria elaborata da G. Sorel (1847-1922) in opposizione sia al sindacalismo riformista, che persegue fini puramente rivendicativi ed economici, sia ai metodi di lotta politica adottati dai partiti operai; tale teoria considera il sindacato la più genuina e autonoma espressione della classe operaia, e gli assegna la funzione politica fondamentale di promuovere e organizzare la rivoluzione, utilizzando a tale scopo lo sciopero generale, forma suprema della lotta di classe; come movimento reale il sindacalismo rivoluzionario si è diffuso soprattutto in Francia nel primo decennio del Novecento.